Pensioni, da oggi il pagamento della tredicesima, ma il 91% se ne andrà in bollette, mutui e prestiti

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Dicembre in Italia porta con sé la consueta gratifica natalizia, nota come tredicesima, per 18,9 milioni di lavoratori e 16,1 milioni di pensionati.

Quest’anno, l’ammontare complessivo di questa gratifica è stimato in circa 43,8 miliardi di euro, una cifra significativa che offre una momentanea boccata d’ossigeno alle famiglie italiane. Per molti, questa somma rappresenta un’opportunità per dedicarsi agli acquisti di Natale, per quanto le circostanze economiche lo permettano.

Tuttavia, il contesto economico attuale impone delle sfide. Una quota consistente delle tredicesime sarà inevitabilmente assorbita da bollette, mutui e prestiti. Secondo l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, solo il 9,6% del totale sarà effettivamente disponibile per spese festive come regali e viaggi. Il 29,2% andrà verso mutui e prestiti, una voce di spesa aggravata dal recente rialzo dei tassi di interesse da parte della BCE, che ha particolarmente impattato i mutui a tasso variabile.

Le bollette rappresentano un altro significativo onere, assorbendo il 24,60% della tredicesima, un incremento rispetto al 22,2% del 2019. Anche le tasse (12,1%), l’Rc Auto (14,8%) e l’aumento generale dei prezzi, che incidono per il 9,7% sulla tredicesima, contribuiscono a ridurre la capacità di spesa delle famiglie italiane.

Aumenti e conguagli: ecco tutte le info da sapere con il calendario dei pagamenti

Il decreto Anticipi, approvato il 16 ottobre e pubblicato il 18 ottobre in Gazzetta Ufficiale, prevede il conguaglio di novembre e il versamento aggiuntivo dal 1° dicembre 2023, seguendo il calendario dei pagamenti dell’INPS. Questo aumenterà le pensioni per coprire l’inflazione effettiva del 2022, offrendo alle famiglie un aiuto importante in questo periodo di prezzi elevati.

Le pensioni più basse riceveranno una percentuale di rivalutazione maggiore. La Legge di Bilancio 2022 ha stabilito che la rivalutazione del 100% è garantita per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo INPS (2.101,52 euro lordi mensili). Le percentuali di incremento variano in base alle fasce di reddito, con il 32% come minimo per le pensioni superiori a 10 volte il trattamento minimo INPS. Per l’anno 2024, l’indice provvisorio di rivalutazione dei trattamenti pensionistici sarà del 5,4%, ma questo deve ancora essere ufficializzato.

L’aumento per l’inflazione del 2022 sarà dello 0,8% sulla pensione di dicembre, più gli arretrati da gennaio a novembre. Anche la tredicesima beneficerà di questo incremento. Ad esempio, una pensione di 600 euro lordi al mese riceverà 4,80 euro in più, più 52,80 euro di conguagli. Una pensione di 2.630 euro lordi sarà aumentata di 21 euro, più 231 euro di arretrati, ma sarà ridotta del 53% a causa del suo scaglione di rivalutazione.

Viene concesso anche un bonus di 155 euro per le pensioni più piccole, con requisiti specifici legati al reddito e alla tipologia di pensione.

Gli aumenti previsti per il 2024 seguiranno criteri simili. La perequazione sarà applicata in percentuali diverse in base all’ammontare della pensione. Ad esempio, una pensione fino a 2.272 euro lordi mensili prevederà un indice di perequazione del 100%. La pensione minima nel 2024 potrebbe raggiungere i 598,61 euro, con un possibile incremento addizionale.

Le pensioni di dicembre verranno pagate il 1° dicembre tramite bonifici, sia in banca che in posta, mentre si concluderanno martedì 5 dicembre i pagamenti in contanti presso gli uffici postali. Presso gli uffici postali bisogna rispettare il seguente ordine alfabetico: venerdì 1° dicembre c’è il ritiro per i cognomi dalla lettera A alla C; sabato 2 dicembre quello per i cognomi dalla lettera D alla K (solo mattina); lunedì 4 dicembre quello per i cognomi dalla lettera L alla P; martedì 5 dicembre, ultimo giorno, sarà riservato al ritiro dell’assegno per quei pensionati che hanno i cognomi dalla lettera Q alla Z.

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