Pensioni, da gennaio aumenti di oltre 40 euro al mese: ecco tutte le cifre

Dal primo gennaio 2022, le pensioni subiranno un aumento dovuto all’applicazione di una rivalutazione per adeguarsi al nuovo tasso di inflazione (applicando il 100% della perequazione su un tasso dell’1,7% in più).
La perequazione delle pensioni, cosa significa
La perequazione delle pensioni è la rivalutazione annuale degli importi dei trattamenti pensionistici per adeguarli al costo della vita. Ha l’obiettivo di proteggere il potere d’acquisto delle pensioni, mettendole al riparo, almeno in parte, dall’erosione dovuta all’inflazione.
Si applica a tutti i trattamenti pensionistici erogati dalla previdenza pubblica, dalle gestioni dei lavoratori autonomi, dalle gestioni sostitutive, esonerative, esclusive, integrative ed aggiuntive. Si applica alle pensioni dirette e a quelle ai superstiti (pensione di reversibilità e pensione indiretta), indipendentemente dal fatto che esse siano integrate al trattamento minimo.
L’applicazione della perequazione avviene al primo gennaio di ogni anno, l’adeguamento avviene sulla base degli incrementi dell’indice annuo dei prezzi al consumo accertati dall’Istat.
La perequazione e gli aumenti per il 2022
Il decreto ministeriale del 17 novembre 2021 ha stabilito che la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2021 è pari a 1,7% dal 1° gennaio 2022.
I trattamenti pensionistici non saranno aumentati tutti allo stesso modo. La rivalutazione dipenderà dalle fasce di reddito:
- 100% dell’inflazione, ovvero in misura piena, per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo;
- 90% dell’inflazione per le pensioni comprese tra 4 e 5 volte il trattamento minimo;
- 75% dell’inflazione per le pensioni oltre 5 volte il trattamento minimo.
Il trattamento minimo di riferimento è pari a quello del 2021 che è di 515,58 euro.
I calcoli dell’Inps
Fino a 2.062,32 euro: il doppio calcolo porterà le pensioni sino a 2.062,32 euro, ad ottenere l’incremento dell’1,7%.
Quelle tra i 2.062,33 euro e i 2.577,90 euro, ad avere una rivalutazione dell’1,53%, e la rivalutazione all’1,7% dello scaglione sino a 2.062,32 euro.
Le pensioni di importo superiore ai 2.577,90 euro, otterranno invece un incremento dell’1,275%, ferma restando la rivalutazione dell’1,7% dello scaglione sino a 2.062,32 euro e dell’1,53% della fascia compresa tra 2.062,33 e 2.577,90 euro.