Pensioni, contributi e invalidità: cos’è la maggiorazione contributiva invalidi

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Alcuni contribuenti che hanno una determinata invalidità possono godere di due mesi in più di contributi per ogni anno di lavoro, ma a determinate condizioni.

Il lavoratore invalido che continua a prestare servizio anche dopo che una delle Commissioni mediche per l’accertamento delle disabilità abbia certificato per lui un determinato grado di invalidità, godono di un particolare vantaggio in termini di contribuzione utile alla pensione.

Parliamo della maggiorazione dei contributi per invalidi, grazie alla quale alcuni lavoratori possono raggiungere il diritto ad una delle tante misure previdenziali previste dal nostro ordinamento.

Grazie a questo istituto infatti c’è la concreta possibilità di recuperare  fino a 5 anni di contributi che per esempio, possono tornare utili per le pensioni anticipate o anche semplicemente per centrare la pensione di vecchiaia.

I vantaggi in termini previdenziali per il lavoratore invalido

Non sono pochi i vantaggi pensionistici per il lavoratore invalido. C’è per esempio l’Ape sociale che tra le categorie di soggetti a cui la misura è destinata ha anche gli invalidi con almeno il 74% di disabilità certificata. Lo stesso grado di invalidità permette l’accesso alla quota 41 per i precoci.

La disabilità certificata da una Commissione medica per le Invalidità Civili delle Asl può dare diritto anche ad un surplus di contribuzione. In questo caso si parla di maggiorazione contributiva invalidi, grazie alla quale il lavoratore può avere diritto alla contribuzione figurativa aggiuntiva per i periodi di lavoro svolti dopo il riconoscimento della disabilità da parte della Commissione esaminatrice delle Asl.

La maggiorazione contributiva nel dettaglio

Come anticipato, la maggiorazione dei contributi per gli invalidi altro non è che un accredito aggiuntivo di contributi figurativi per ogni anno di lavoro svolto a decorrere dalla data in cui si è riconosciuti invalidi con una percentuale di disabilità pari o superiore al 75%.

Naturalmente parliamo di una contribuzione figurativa classica, cioè gratuita per il lavoratore che non deve versare nulla e non deve sopportare oneri da riscatto o simili per poterli utilizzare. Non ci sono particolari vincoli riguardanti le invalidità poiché l’importante è essere riconosciuti tali e quindi la maggiorazione dei contributi prescinde dalla causa per la quale si è diventati invalidi.

Non ci sono differenze di attività o settori lavorativi per poter sfruttare il benefit previsto da questo istituto. Ne hanno diritto infatti, sia i lavoratori delle Pubbliche Amministrazioni che i dipendenti delle aziende private o anche i dipendenti delle cooperative.

Per ogni anno di lavoro svolto a decorrere dalla data in cui un lavoratore ha ottenuto il 75% di invalidità minima, lo stesso lavoratore può avere diritto a due mesi in più di contribuzione figurativa che però sarà utile solo al diritto alla pensione e per la relativa anzianità contributiva. Infatti i contributi recuperati così non potranno servire per aumentare l’importo della pensione percepita ma saranno utili solo per raggiungere il diritto alla pensione o l’anzianità contributiva.

Per poter ottenere la maggiorazione dei contributi pari a due mesi per anno di lavoro fino ad un massimo di 5 anni occorre fare richiesta all’Inps nel momento in cui si chiede la liquidazione della pensione o di un supplemento di pensione.

Va sottolineato che tale facoltà non  riguarda la generalità dei lavoratori dal momento che per operare richiesta occorre essere iscritti presso il Fondo pensione dei lavoratori dipendenti, oppure presso una gestione esclusiva o sostitutiva, anche se va detto che non tutti i fondi sostitutivi prevedono questa possibilità.

Infatti la maggiorazione contributiva non spetta ai titolari di una pensione diretta o dell’assegno ordinario di invalidità, non spetta agli iscritti presso una delle gestioni dei lavoratori autonomi e dei fondi sostitutivi.

Grazie a questo istituto quindi, per il lavoratore c’è una maggiorazione dell’anzianità contributiva  che può essere ottenuta anche per periodi di lavoro inferiori all’anno. In questo caso anziché parlare di 2 mesi per ogni anno intero di lavoro occorre parlare di maggiorazione pari ad 1/6 per ogni settimana di lavoro svolto.

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