Pensioni, a giugno riprende la trattativa: si parlerà subito delle uscite anticipate. Per una riforma strutturale bisognerà aspettare

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Al centro dei tavoli politici e tecnici torna il tema delle pensioni, che dopo l’ultimo incontro fra Governo e parti sociali del 30 maggio ha visto la ripresa delle trattative per una riforma di largo respiro.

Si lavorerà sul rafforzamento del sistema previdenziale, con particolare riguardo alle pensioni future“, ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso dell’incontro, facendo capire che, per quanto si lavorerà sul presente e futuro immediato, l’obiettivo sarà “garantire la tenuta del sistema ed evitare il manifestarsi di una bomba sociale nei prossimi decenni“.

Una cosa appare certa: interventi importanti, strutturali, potranno arrivare solo con il tempo.

Per questo motivo, si legge su Il Sole 24 Ore, a giugno riprenderanno i tavoli tecnici fra governo e sindacati sul tema previdenziale, con l’esecutivo che vorrà seguire le indicazioni dell’Osservatorio sull’andamento della spesa previdenziale che è stato istituito dal ministro del Lavoro Marina Calderone.

L’utilità dell’Osservatorio, secondo Giorgia Meloni “sarà utile per mappare tutta la spesa e per valutare anche gli effetti di determinati provvedimenti in tema di esodi aziendali e ricambio generazionale“.

E il primo punto su cui lavorerà l’Osservatorio e si concentrerà il primo dei tavoli tecnici sarà quello degli anticipi pensionistici.

In attesa di una riforma strutturale che non potrebbe arrivare prima del 2024, bisogna valutare Quota 41, che sembra però ancora difficile da realizzare nonostante il pressing della Lega.

Poi c’è da valutare il tema di Quota 103, il sistema di pensione anticipata con almeno 62 anni d’età e 41 di contributi che sarà valido fino al 31 dicembre 2023.

Si potrebbe anche pensare di prolungare la misura per un altro anno ma non si può escludere che possa arrivare una nuova norma provvisoria sulla base delle indicazioni dell’Osservatorio.

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