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Pensione quota 103: che svantaggi ad anticipare la pensione di 1 anno?

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Cosa tenere in considerazione se si vuole anticipare l’uscita di un anno grazie alla Quota 103? Facciamo qualche valutazione.

Non sempre è facile prendere una decisione su quando uscire dal mondo del lavoro. Un anno prima può incidere molto sull’assegno previdenziale? E cosa cambia tra lo scegliere una pensione anticipata piuttosto che un’altra? Rispondiamo alla domanda di un nostro lettore che ci chiede:

Buongiorno, sono un’assistente amm.vo di ruolo che compie 62 anni il 15 giugno 2023 e al 31.08.2023 matura 41 anni e 2 mesi di servizio. Ho sempre lavorato nella scuola e quindi sono all’ultimo scaglione stipendiale. Come traguardo pensionistico ho sempre avuto presente il 1 settembre 2024 ma con l’istituzione della quota 103 adesso mi si presenta la possibilità di anticipare l’uscita dal lavoro e il dilemma  sulla decisione da prendere. Vorrei un Vs. parere in merito sulla convenienza o meno da cogliere o gli eventuali svantaggi da tenere in considerazione se dovessi anticipare l’uscita con la quota 103. 

Pensione Quota 103, quali svantaggi tenere in considerazione?

Sicuramente anticipare di un anno l’uscita dal mondo del lavoro ha un impatto, anche se non notevole, sull’assegno previdenziale. Quest’ultimo verrebbe calcolato con un anno di contributi in meno e applicando un coefficiente di trasformazione meno conveniente (quello di 62 anni rispetto a quello di 63 anni che sarebbe preso in considerazione nel 2024).

Ovviamente dopo una carriera di 41 anni non è l’anno di contributi in più o in meno a fare la differenza, soprattutto se uscire prima contribuisce a raggiungere il “meritato riposo”. A livello economico lo svantaggio sarebbe rappresentato, nel calcolo, solo da questo fattore: lavorando un anno in meno la pensione è calcolata su un anno di contributi in meno. Oltre, come già detto, al coefficiente di trasformazione. Ma questo può portare ad una differenza sull’assegno netto che non cambia certamente la vita. Ovviamente l’impatto dipende anche dalle retribuzioni. Ma sicuramente la differenza non è alta.

Le cose che deve tenere presenti, però, scegliendo la quota 103 sono essenzialmente 3:

  • se dovesse spettarle una pensione lorda superiore ai 2800 euro avrebbe un assegno lordo solo di questa cifra minima fino al compimento dei 67 anni perchè la quota 103 impone per tutto il periodo dell’anticipo questo tetto all’assegno lordo;
  • essendo un dipendente statale ritarderebbe la liquidazione del suo TFS che avrebbe solo decorsi 27 mesi circa dal momento in cui avrebbe ipoteticamente raggiunto l’uscita con l’anticipata ordinaria (in un caso o nell’altro, quindi, lo avrebbe alla stessa data);
  • deve tenere presente che se sceglie la Quota 103 non potrà cumulare redditi da lavoro con quelli da pensione fino al compimento dei 67 anni. Sembra un divieto che, prima di andare in pensione, non pesa. Ma tenga presente che dopo il pensionamento potrebbero capitarle occasioni a cui dovrà dire di no, se si pensiona con la Quota 103, perchè rischierebbe di perdere la pensione per tutto l’anno solare in cui non rispetta il divieto. E quest’ultimo vale anche in presenza di guadagni irrisori e per poche giornate lavorative.

A mio avviso la sua decisione, più che sull’importo dell’assegno deve basarsi sui tre “svantaggi” che le ho poc’anzi descritto. Perchè rappresentano le uniche vere differenze tra l’accedere alla pensione con la Quota 103 e l’anticipata ordinaria un anno dopo.

 

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