Pensione dopo Naspi, possibile pagando i contributi volontari?

Per poter accedere alla pensione il requisito contributivo può essere perfezionato anche versando i contributi volontari.
Perdere in lavoro quando non si è più giovanissimi, in alcuni casi, mette in forse anche la possibilità di un pensionamento anticipato. In alcuni casi, infatti, il licenziamento arriva prima del perfezionamento dei requisiti di accesso. A questo punto, fruita la Naspi è possibile versare i contributi volontari per poter accedere alla pensione? Scopriamolo rispondendo alla domanda di una nostra lettrice che ci scrive:
Buongiorno, sono stata licenziata il 3/01/2022 dopo 38 anni e 7 mesi di lavoro. Ho 55 anni e ho.diritto alla naspi per due anni. Chiedo se potrò andare in pensione con quota 41 essendo lavoratrice precoce (ho iniziato a lavorare a 17 anni) se sarò ancora disoccupata (pagando 5 mesi di contributi volontari). Ringrazio e saluto
Pensione dopo Naspi
Essendo una lavoratrice precoce che, attualmente, risulta essere anche disoccupata, al termine della Naspi avrebbe diritto alla pensione anticipata precoci con la quota 41. Ma servono, appunto, 41 anni di contributi versati.
Al termine dei 24 mesi di indennità di disoccupazione lei si troverebbe in possesso di 40 anni e 7 mesi di contributi e le mancherebbero soltanto 5 mesi per perfezionare il requisito contributivo richiesto dalla quota 41. E per raggiungere i 41 anni di contributi può tranquillamente versare i contributi volontari dopo aver chiesto all’INPS l’autorizzazione a farlo.
Ovviamente per i versamenti dovrà attendere il termine della Naspi e questa la collocherà nella precaria condizione di restare, per circa 6 mesi, senza stipendio e senza pensione, oltre ad avere l’onere del versamento dei volontari. La cosa essenziale per non perdere il diritto a pensionarsi con questa misura, è non perdere lo status di disoccupata. E se questo è importante mentre percepisce la Naspi, diventa, invece, fondamentale al termine dell’indennità di disoccupazione quando non potrà accettare neanche un giorno di lavoro con contratto senza perdere lo status in questione.
E’ determinante, quindi, che se vuole accedere alla quota 41, non accetti alcun tipo di lavoro (la tentazione potrebbe venire per versare i 5 mesi di contributi mancanti) altrimenti dovrebbe intervenire, poi, un nuovo licenziamento (con relativa fruizione della nuova Naspi maturata) prima di poter avere di nuovo diritto al pensionamento con questa misura.
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