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Pensione dal 2023: come usciremo dal mondo del lavoro dopo il 2022?

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Cosa accadrà alle pensioni dopo l’anno di transizione rappresentato dal 2022? E’ tutto da vedere.

Il 2022, punto di vista delle pensioni, è un anno di transizione con la quota 102 che, solo per un anno, prende il posto della quota 100 in scadenza proprio oggi. La riforma delle pensioni vera e propria ci sarà solo nel 2023, con i tavoli di incontro che inizieranno con l’anno nuovo. E sarà frutto di un confronto tra esecutivo e parti sociali.

Riforma pensioni dopo l’anno di transizione

Un anno di transizione, quindi, il 2022, durante il quale il cantiere per la riforma strutturale della previdenza dovrebbe proseguire. Transizione perchè la quota 102 durerà solo 12 mesi,  giusto il tempo per realizzare quella che è stata annunciata come una riforma strutturale.

Ma ai lavoratori che non riusciranno a pensionarsi nel 2022 interessa soprattutto quello che accadrà l’anno successivo, il 2023. Sembrerebbe, da quello che chiedono i sindacati, che nel 2023 possa tornare il pensionamento a 62 anni, la stessa età prevista dalla quota 100, ma molto probabilmente con penalizzazione portata da un ricalcolo interamente contributivo dell’assegno.

Il governo, infatti, pur essendo disposto a negoziare sulla flessibilità in uscita, è irremovibile sulla sostenibilità della previdenza e sembra orientato a permettere l’anticipo solo applicando il sistema contributivo puro.

Quello che appare di capire, quindi, è che dal 2023 l’anticipo sarà possibile solo contando esclusivamente sui contributi versati e, quindi, con il calcolo contributivo. Proprio come accade oggi con l’opzione donna. Che non sappiamo se resterà dopo il 2022, così come non sappiamo se sarà prorogata l’Ape sociale dopo la scadenza della proroga prevista dalla legge di Bilancio 2022.

Grande incertezza, quindi, sui pensionamenti dopo il 31 dicembre 2022 poichè per avere le idee chiare al riguardo dovremo attendere se non la riforma vera e propria, almeno le proposte avanzate nei tavoli di confronto e le prime impressioni al riguardo. Per ora, quindi, il 2023 rimane, dal punto di vista previdenziale, un grosso punto interrogativo.

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