Pensione anticipata per motivi di salute, non sempre è possibile

Non sempre i lavoratori con problemi di salute riescono ad accedere al pensionamento. Vediamo il caso di una nostra lettrice.
Il lavoratore che sta male e non riesce più a lavorare ha diritto di andare in pensione con un certo anticipo? Non sempre. Vediamo i casi in cui è possibile anticipare rispondendo ad una nostra lettrice che ci scrive:
Sono nata il 09/02/1961( ho 61 anni circa) e ho 32 anni circa di contributi. Ho avuto un tumore al seno nel 2012, ho fatto chemio, radio e terapia ormonale (per 7 anni circa) e ho la fibromialgia. In seguito a tutto ciò non sento bene, non vedo bene, dormo pochissimo, ho grossi problemi di memoria, di astenia, artrosi, di dolori muscolari, articolari e tutto ciò mi comporta grossi problemi sul lavoro ( lavoro nella segreteria di una scuola quasi sempre al computer), visto che sono anche a contatto con il pubblico attraverso lo sportello, non sento niente, soprattutto adesso è ancora peggio per colpa della mascherina che bisogna indossare per la pandemia. Dopo questa maledetta pandemia e il superamento dei 60 anni, la mia situazione di salute è peggiorata tantissimo. Come devo fare per lavorare? Ho avuto la Legge 104 art. 3 comma 3 per meno di un anno e ho l’ invalidità permanente al 55 %. Ho avuto la 104 per mia madre per tanti anni (ho preso solo 4 giorni) ma dal 2013 non c’è più. Ho cresciuto due figli e ho cercato sempre di non assentarmi, persino quando facevo le chemio andavo a lavorare. Noi donne dovremmo andare in pensione a questa età, perché abbiamo dato tanto, figuriamoci poi quando abbiamo problemi di salute. Come devo fare per andare in pensione???. Sono disperata perché non ce la faccio più.
Pensione per motivi di salute
Una pensione specifica per motivi di salute non esiste. L’anticipo è consentito solo a coloro che hanno invalidità superiore ad una determinata percentuale e che sono in possesso di specifici requisiti.
Per i dipendenti della pubblica amministrazione, poi, che non possono accedere alla pensione di vecchiaia anticipata per invalidi con percentuale pari o superiore all’80% e all’assegno ordinario di invalidità, le uniche possibilità di anticipare la pensione sono date dall’Ape sociale (che richiede 63 anni ed il 74% almeno di invalidità) e la quota 41 che richiede di appartenere alla categoria dei precoci, almeno 41 anni di contributi e invalidità pari o superiore al 74%.
Restano, poi, le pensioni di inabilità che permettono il pensionamento a tutti i dipendenti pubblici non più in grado di svolgere le proprie mansioni o che non sono più in grado di svolgere alcun lavoro ma in questo caso l’inabilità deve essere certificata da apposita commissione.
Nel suo caso, quindi, non potendo contare sull’inabilità e sulla percentuale di invaldiità, possibilità di anticipo previdenziale non ne vedo e a meno che non intervenga il prossimo anno una misura che le consenta la quiescenza, temo che dovrà attendere di compiere i 67 anni per avere diritto alla pensione.
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