Pensione a 62 anni di età con 30 anni di servizio, “quota 92”: l’ipotesi per la riforma

Nelle varie ipotesi per una riforma pensione prende corpo la misura che permetterebbe l’uscita a 62 anni con 30 anni di servizio. Analizziamo i vari aspetti di questa “quota 92”: come funzionerebbe, chi ne potrebbe usufruire.
L’idea di una quota 92 che permetta l’uscita dei lavoratori con 62 anni di età e con 30 anni di servizio lanciata nelle ultime settimane da Graziano Del Rio capogruppo del Partito Democratico alla Camera, non è propriamente una novità: si tratta, infatti, di una soluzione che aveva pensato già a suo tempo Tommaso Nannicini.
Ma con le ultime dichiarazioni di Del Rio si sottolinea il fatto che il PD è contrario al rinnovo della quota 100 ma sarebbe favorevole ad una quota 92.
Certo, il pensionamento a 62 anni con 30 anni di contributi potrebbe essere una soluzione alternativa che possa evitare a chi per pochi mesi non raggiunge l’accesso alla quota 100, ma è da sottolineare che la soluzione sarebbe a favore solo di lavoratori maggiormente svantaggiati.
La quota 100 infatti ha ancora solo circa 9 mesi di vita prima della sua scadenza definitiva. Proprio per questo motivo i sindacati stanno sollecitando il nuovo governo ad aprire un tavolo di consultazioni per arrivare antro gennaio 2022 a varare una riforma delle pensioni che permetta di tamponare la scadenza della quota 100.
Pensione a 62, ma non per tutti
La quota 92 non avrebbe un funzionamento molto dissimile da quello che ha oggi la quota 100: somma di età e contributi dovrebbero restituire il numero 92 ma con dei paletti, così come accade con la quota 100. Mentre la quota 100 richiede 62 anni di età ed almeno 38 anni di contributi, infatti, la quota 92 richiederebbe la stessa età anagrafica di 62 anni ma unitamente a soltanto 30 anni di contributi.
Ma non è solo questa la differenza tra le due misure: la quota 92 dovrebbe prevedere anche una penalizzazione di cui ancora si sta discutendo che potrebbe andare da un taglio percentuale sulla pensione per ogni anno di anticipo (si sta parlando di un 3% l’anno) ad un ricalcolo interamente contributivo della pensione spettante.
Inoltre Del Rio ha annunciato che la platea dei beneficiari della quota 92 sarebbe limitata solo a determinate categorie di lavoratori. Non si tratterebbe, quindi, di una misura universale ma di una modalità di pensionamento che aiuti le fasce di lavoratori più fragili come, ad esempio, le donne o i lavoratori gravosi e usuranti.
Ovviamente non c’è niente di definito, la misura in questione, al momento, è soltanto una della molte ipotesi presentate per andare a tamponare gli effetti che la quota 100 avrebbe a partire dal 1 gennaio 2022.
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