Pellai: “La salute mentale degli adolescenti è peggiorata negli ultimi 30 anni. Genitori troppo iperprotettivi”

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Lo psicoterapeuta Alberto Pellai, tra i più autorevoli esperti italiani in età evolutiva, ha affrontato, in un’intervista al sito web Risoluto, il tema dell’educazione e della fragilità emotiva dei giovani in un’intervista che ha toccato questioni cruciali per genitori e insegnanti.

Secondo Pellai, l’emergenza educativa non è solo un argomento di moda, ma una realtà concreta: “Gli indicatori di salute mentale in età evolutiva, in particolare in adolescenza, sono i peggiori degli ultimi 30-50 anni”. A questa difficoltà si aggiunge la fragilità dei genitori, spesso definiti “elicottero” o “spazzaneve” per il loro stile iperprotettivo, che limita l’autonomia dei figli.

Pellai sottolinea come i genitori di oggi si trovino ad affrontare una sfida inedita: crescere figli che vivono contemporaneamente in due dimensioni, quella reale e quella digitale. “Questo ha cambiato le regole del gioco”, spiega, evidenziando come il mondo digitale, privo di supervisione adulta, spesso tratti temi fondamentali come emozioni, affetti e sessualità in modo inadeguato. Per questo, secondo lo psicoterapeuta, la scuola deve diventare un presidio educativo centrale, dove si insegni il “saper essere” attraverso percorsi di educazione emotiva, affettiva e sessuale. “Se non avviene a scuola, rischia di non avvenire da nessuna parte”, avverte.

Il dolore come parte della crescita

Un aspetto cruciale del lavoro di Pellai è aiutare i genitori a comprendere che il dolore fa parte del percorso di crescita dei figli. “Oggi i genitori vogliono eliminare qualsiasi sofferenza dalla vita dei propri figli”, racconta, citando episodi emblematici. “Se una ragazza soffre perché è stata lasciata dal fidanzato, è importante che i genitori capiscano che quella sofferenza non può essere evitata: è un passaggio necessario”. Pellai critica anche l’abitudine di nascondere ai bambini eventi dolorosi, come la morte di un familiare, con spiegazioni fuorvianti. “Dire che un nonno è partito per le vacanze, invece di spiegare la verità, crea confusione e impedisce al bambino di elaborare il lutto insieme agli adulti”.

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