Alberto Pellai: “Educazione sessuale a scuola? Non si parla di ‘come si fa sesso’, ma di relazioni sane e consapevoli”

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Otto italiani su dieci auspicano l’introduzione dell’educazione sentimentale nelle scuole come strumento fondamentale per combattere la violenza di genere.

Il dato emerge da una recente ricerca condotta da AstraRicerche per INC Non Profit Lab, intitolata “Prima che sia troppo tardi. Educare i giovani all’affettività per contrastare la violenza di genere”, e patrocinata da Rai Per la Sostenibilità – ESG. Lo studio, condotto su un campione di italiani tra i 18 e i 75 anni, evidenzia la crescente consapevolezza dell’importanza di fornire ai giovani gli strumenti necessari per costruire relazioni sane e rispettose.

L’educazione all’affettività, dunque, si configura come una strategia preventiva cruciale per affrontare il problema alla radice. La richiesta è chiara: dotare bambini e ragazzi delle competenze emotive e relazionali necessarie per vivere serenamente la propria affettività e sessualità.

L’importanza di un percorso educativo completo

“È fondamentale promuovere competenze emotive, educazione affettiva, sentimentale e sessuale”, afferma Alberto Pellai. “Questo è il prerequisito per costruire relazioni di coppia sane, libere dalla violenza”. Pellai sottolinea l’importanza di un percorso educativo che accompagni i giovani in tutte le fasi della crescita, a partire dall’infanzia, come suggerito dalle linee guida dell’OMS. Iniziative come la serie “Quando batte il cuore”, sviluppata con Rai e disponibile su Rai YoYo e Raiplay, rappresentano un valido strumento per introdurre i bambini al mondo delle emozioni.

“Questa serie”, spiega Pellai, “è utilizzata anche in alcuni distretti scolastici, come a San Giuliano Milanese, in un progetto sperimentale di educazione emotiva”. Sebbene la famiglia giochi un ruolo fondamentale, la maggior parte degli italiani ritiene necessario un intervento più ampio, che coinvolga anche la scuola attraverso campagne di sensibilizzazione e l’inserimento dell’educazione all’affettività nei programmi scolastici.

“L’educazione sessuale”, precisa Pellai, “non ha lo scopo di spiegare ‘come si fa sesso’, ma di fornire le competenze necessarie per vivere la sessualità in modo sano e responsabile, ritardando l’ingresso in questo ambito e promuovendo una maggiore consapevolezza”.

Il professore invita i genitori a superare le resistenze e a collaborare con la scuola in questo percorso educativo, fondamentale per il benessere dei giovani. Infine, Pellai evidenzia l’importanza di affrontare il tema dell’educazione digitale, in un mondo in cui i minori sono costantemente esposti a contenuti online, spesso senza un’adeguata supervisione.

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