Pellai contro l’attore porno nelle scuole: “Proteggere i minori non è censura”

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Lo psicoterapeuta dell’età evolutiva Alberto Pellai ha preso una posizione netta contro l’ingresso di figure legate al mondo della pornografia nelle scuole.

La controversia è esplosa dopo l’invito all’attore porno “Max Felicitas” presso l’Istituto “Andrea Ponti” di Gallarate per tenere una lezione sulla sessualità. L’evento, poi annullato grazie all’intervento dell’Ufficio Scolastico Regionale e alle proteste di alcune associazioni, ha sollevato un acceso dibattito sul ruolo educativo delle istituzioni scolastiche.

“La scuola non può essere un luogo che offre un palcoscenico e un pubblico di minorenni a una pornostar”, ha dichiarato Pellai sui social. L’esperto ha sottolineato come la pornografia sia vietata ai minori di 18 anni e pertanto non dovrebbe mai varcare la soglia degli istituti scolastici. La preoccupazione principale riguarda il rischio di normalizzazione di contenuti inappropriati: “Da troppo tempo alcuni personaggi cercano visibilità mettendo in scena situazioni che generano dibattiti pubblici, amplificando il loro nome senza alcun merito”.

Il pericolo della normalizzazione e il ruolo degli educatori

Secondo Pellai, eventi di questo tipo possono innescare pericolosi meccanismi di glamourizzazione della pornografia tra i giovani. “Immaginate quanti ragazzi si sarebbero fatti un selfie con l’attore, amplificando la sua immagine nel mondo social e generando curiosità in altri coetanei”, ha spiegato lo specialista, evidenziando come questo processo possa far apparire normale o addirittura attraente qualcosa che non dovrebbe esserlo nel contesto educativo.

Il medico ha anche contestato il paragone con altre testimonianze accolte nelle scuole: “Se invito un ex tossicodipendente, trovo di fronte a me una persona che si è dissociata dal suo comportamento riconoscendolo problematico. Un pornostar che vive di pornografia ha tutto il diritto di perseguire questo obiettivo di vita, ma non ha il diritto di entrare in una scuola frequentata da minorenni”.

Protezione dei minori: una questione di responsabilità educativa

“Non è essere bigotti, non è promuovere la censura: è fare cultura“, ha affermato con decisione Pellai, sottolineando come la questione non riguardi pregiudizi ma la protezione dei minori. La sua posizione è chiara: le istituzioni scolastiche devono mantenere il loro ruolo di “presidio educativo” proponendo contenuti che “elevano” e offrendo “modelli aspirazionali” positivi.

“La scuola deve essere responsabile di proporre ai ragazzi contenuti che ‘elevano’. Deve proporre adulti che funzionino da ispirazione”, ha concluso lo psicoterapeuta, ricordando che “essere minore vuol dire essere in una condizione che deve essere protetta dal mondo adulto, educata dal mondo adulto, fatta evolvere”. Un richiamo alla responsabilità collettiva degli educatori nel garantire che l’educazione sessuale nelle scuole avvenga attraverso figure e modalità appropriate allo sviluppo psicologico degli studenti.

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