Paura in classe, vandali entrano, lanciano petardi e danneggiano gli arredi. Un docente racconta: “Armati con una pistola per protestare contro il divieto del fumo, sembrava di stare in guerra”

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Un blitz di teppisti ha seminato il panico tra studenti e docenti in istituto scolastico di Rho. Come riferito dal quotidiano Il Giorno, un gruppo di individui incappucciati ha fatto irruzione nell’istituto durante le lezioni.

I teppisti hanno scavalcato i cancelli, acceso fumogeni e fatto esplodere petardi, danneggiando successivamente gli arredi scolastici. L’incidente è avvenuto intorno alle undici, con grande apprensione per tutti fino all’arrivo dei Carabinieri.

Il preside dell’istituto ha fornito un dettagliato resoconto dell’accaduto: “Erano almeno in sette, o forse qualcuno in più. Hanno scavalcato la recinzione – la nostra recinzione è molto bassa su tutto il perimetro quindi è abbastanza facile da saltare. Il tutto è durato al massimo due minuti, ma c’è stata grande paura tra il personale scolastico, ragazzi e ragazze. Sono poi entrati nell’aula dove c’erano attrezzature di laboratorio e pc, distruggendo gli arredi e buttando per terra i pc. E infine sono scappati poco prima dell’arrivo dei carabinieri”.

La scuola è dotata di un sistema di telecamere perimetrale e le immagini sono già state consegnate ai Carabinieri. Anche i video girati dai docenti durante l’intervallo sono finiti nelle mani degli inquirenti. Il preside aggiunge: “Provvederemo a segnalare con nome e cognome l’identità di tutti coloro che riusciremo a riconoscere al comando dei carabinieri di Rho. Gli stessi soggetti, se verrà confermato che si tratti di studenti dell’istituto, saranno allontanati da scuola a tutela del diritto allo studio di tutti i nostri iscritti”.

A Orizzonte Scuola un docente spiega: “Sono entrati armati con una pistola per protestare contro il divieto di fumo. Altri alunni hanno lanciato petardi nelle aule e nei corridoi creando paura a diversi professori. Le aule erano invase di fumo ed è scoppiato il panico generale. Sembrava di stare in guerra. Non abbiamo nessuna indennità e nessuna tutela contro queste barbarie che pregiudica la salute psicofisica dei docenti”.

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