Patto per l’Istruzione, c’è la firma: stipendi, reclutamento, formazione docenti e ATA, meno alunni per classe. TESTO [PDF] E INTERVISTE

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Oggi alle 18 la sottoscrizione del Patto per la scuola a Palazzo Chigi. Tra i punti del documento la riduzione del numero degli alunni per classe, la formazione dei docenti, nuove forme di reclutamento. “Il sistema di istruzione e formazione – si legge – è centrale per lo sviluppo sostenibile e per il lavoro e costituisce una infrastruttura strategica del nostro Paese, “una risorsa decisiva per il futuro della comunità nazionale” come affermato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e dal Presidente del Consiglio Mario Draghi nel suo discorso alle Camere: “un’occasione storica di ridare priorità alla scuola, non sprechiamola”.

“Sono convinto che la via intrapresa, quella del dialogo e del Patto, resti la via necessaria per trovare delle soluzioni per il Paese. Questo Patto è la base per gli sviluppi successivi. Vogliamo andare avanti e quindi prendiamo questo come un punto di partenza. Un punto di partenza che abbiamo costruito insieme, per rimettere la scuola al centro del Paese“. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, nel corso della firma a Palazzo Chigi del Patto per la scuola al centro del Paese con i sindacati.

Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, afferma al tavolo che “le categorie della scuola sono pronte a fare la loro parte già da domani” per realizzare gli obiettivi del patto, tra cui “riduzione del numero degli alunni per classe, aumento del tempo pieno, messa in sicurezza delle scuole“. Per Landini serve anche “il rinnovo del contratto” per assicurare “una giusta risposta salariale”.

Ecco il commento di Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola: “Non sono importanti solo gli obiettivi indicati nel Patto, conta molto anche l’indicazione del metodo con cui il Ministro e il Governo si impegnano a perseguirli: coinvolgimento delle parti sociali, confronto, condivisione di strategie e percorsi. In questo senso si può parlare di una svolta, da tempo segnalata come auspicabile e necessaria. Che la firma sia avvenuta a palazzo Chigi è un buon segno, perché indica la volontà di porre i temi dell’istruzione al centro dell’azione complessiva del Governo. Ora ci sono davvero le premesse per avviare una stagione nuova, di crescita degli investimenti sul sistema scolastico, riconoscendone la valenza strategica per l’intero Paese. Dev’essere anche l’occasione per dare finalmente al personale della scuola un riconoscimento più giusto e adeguato del suo lavoro sotto ogni profilo. Il rinnovo del contratto dovrà andare in questa direzione. Sono purtroppo ancora presenti, in Italia, situazioni di disagio socio economico segnate anche da un livello preoccupante di abbandono e dispersione scolastica: l’emergenza pandemica le ha rese più evidenti, consegnandoci l’immagine di una Paese troppo segnato da squilibri e disuguaglianze, in cui si registrano aree di diffusa povertà educativa. Serve su tutto questo un’efficace azione di contrasto, che risponde a un preciso interesse dell’intera comunità nazionale e che trova nel sistema pubblico di istruzione, di cui il Patto afferma la centralità, uno strumento fondamentale e una risorsa decisiva su cui far conto“.

Alcuni punti dell’accordo:

  • Reclutamento – Garantire un’efficace programmazione e gestione dell’offerta formativa delle istituzioni scolastiche autonome attraverso nuove procedure di reclutamento finalizzate ad assicurare la presenza di ogni figura professionale prevista dall’organico il primo settembre di ogni anno, per superare la difficoltà della ripresa annuale delle attività scolastiche, determinata dal numero di posti di personale dirigente, docente e ATA, DSGA e personale educativo non coperto dal personale di ruolo. Tale impegno si deve realizzare entro l’avvio del prossimo anno scolastico, anche attraverso una procedura urgente e transitoria di reclutamento a tempo indeterminato.
  • Concorsi regolari e formazione – Rendere le procedure per il reclutamento del personale scolastico regolari, per la selezione delle migliori competenze, perseguendo l’obiettivo di non alimentare il precariato anche tramite procedure semplificate e valorizzando la formazione del personale.
  • Sicurezza – Garantire la sicurezza degli ambienti scolastici in relazione all’evolversi della pandemia e con riferimento all’efficientamento energetico e sismico delle scuole, anche con un ampio intervento di riqualificazione del patrimonio edilizio dedicato alle attività di istruzione, nell’ambito delle iniziative indicate nel PNRR.
  • Organici programmati – Assicurare la continuità didattica tramite una programmazione pluriennale degli organici.
  • Formazione iniziale docenti – Potenziare la formazione iniziale dei docenti della scuola secondaria, anche basandola su un modello formativo strutturato e integrato tra le Università e le scuole, idoneo a sviluppare coerentemente le competenze necessarie per l’esercizio della professione.
  • Formazione ATA –  Programmare percorsi formativi per il reclutamento e la formazione del personale amministrativo, tecnico e ausiliario delle scuole, compresi i neoassunti.
  • Stipendi – Prevedere efficaci politiche salariali per la valorizzazione del personale dirigente, docente e ATA, con il prossimo rinnovo del contratto, tramite le risorse di cui al Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione
    sociale.
  • Mobilità -Aprire un confronto sulla mobilità del personale scolastico e della dirigenza.
  • Riduzione alunni per classe – Operare, in coerenza con le previsioni del PNRR, per la riduzione del numero di alunni per classe e per istituzioni scolastiche, a partire dal prossimo anno scolastico, alla luce dell’andamento demografico della popolazione, finalizzando le risorse per migliorare il servizio e favorire la diffusione del tempo pieno.

TESTO

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