PAS colma 5 anni di vuoto per le abilitazioni. Lettera
inviata da Diana Pollini – Sono una docente di lettere di terza fascia in servizio da cinque anni presso le scuole pubbliche superiori di secondo grado.
Ho letto in questi giorni un comunicato di deputati e senatori del Movimento Cinque stelle afferenti alla Commissione cultura cui vorrei rispondere con questa mia.
Si tratta della vexata questio riguardante l’accordo stilato tra il Governo e i Sindacati al fine di trovare una soluzione al precariato storico della scuola.
Vorrei anzitutto soffermarmi sul significato di precariato sottolineando come noi 55.000 docenti precari di terza fascia, chiamati ogni anno dallo Stato a ricoprire posti per lo più vacanti e licenziati ogni anno al 30 giugno o al 31 agosto, da ben cinque anni siamo stati letteralmente dimenticati da ogni Governo e lasciati in un limbo senza via di uscita.
Cinque sono infatti gli anni trascorsi da quando è stata bandito l’ultimo corso abilitante tfa, da allora ci si è scordati di noi.
In questi 5 anni, dopo l’ultimo tfa, sono stati banditi anche due concorsi purtroppo riservati a chi era abilitato e quindi a noi preclusi.
Mi chiedo dunque come mai la politica voglia ostacolare una soluzione: pas e concorso riservato cui si è giunti dopo lunghe trattative. Questa soluzione è stata concordata dallo stesso presidente del Consiglio con i Sindacati e finalmente, oltre a restituirci una dignità negata (di certo non gli anni trascorsi nella condizione di precariato) dimostra un minimo di interesse nei nostri confronti da parte della politica.
Siamo docenti quarantenni con figli piccoli o docenti che una famiglia vorrebbero costruirla se ci venisse data la possibilità di uscire da questo precariato.
Abbiamo anzitutto la necessità di essere abilitati e l’abilitazione, stando agli accordi dell’intesa sopracitata la potremmo conseguire tramite un pas.
Il pas è un percorso abilitante speciale selettivo in itinere e su questo punto credo sia necessario sottolineare che una parte degli iscritti non ha superato l’ultimo pas, quello del 2013, non ha raggiunto l’abilitazione che si consegue infatti solamente previo superamento positivo di tutti gli esami previsti dal corso.
Leggo inoltre che il pas creerebbe precariato, ma come è possibile se finalmente i precari vengono messi nella condizione di essere abilitati dopo 5 anni di vuoto normativo?
Il corso pas inoltre ha un costo del tutto identico agli ultimi tfa banditi pochi mesi or sono per il sostegno. Quale sarebbe dunque la discriminante per sostenere che il pas è costoso? Perché non ci si è posti questo interrogativo quando il Governo ha emanato i bandi per l’ultimo tfa due mesi fa? Allora perché il pas riservato ai precari con almeno 3 anni di servizio è costoso ma il tfa aperto a tutti non è costoso?
Inoltre questo vuoto quinquennale ha indotto molti docenti ad abilitarsi all’estero e a ricorrere a soluzioni estreme pur di potersi garantire un posto di lavoro. Come è possibile che un docente italiano debba rivolgersi ad uno stato membro dell’Unione Europea per poter avere la possibilità di abilitarsi?
Ecco finalmente il pas farebbe rientrare nelle fila di un corretto cursus honorum di docente italiano tutti coloro che, qualora non venisse bandito, rischiano di dover sborsare ben più di 2.000-3000 euro ma tra i 10.000 e 15.000 euro per abilitarsi altrove mossi dalla disperazione. Sono dunque tanti 2.000-3000 euro a fronte di tali cifre?
Infine vorrei sottolineare che la qualità dell’offerta didattica viene dall’esperienza di docenti che in questi anni hanno insegnato, hanno fatto esperienza sul campo: gestire alcune situazioni in classe, saper comprendere le problematiche che riguardano ciascuno dei nostri studenti ed individuare le migliori strategie per poterlo condurre tramite il patto di corresponsabilità con le famiglie verso la maturità è ciò che noi 55.000 docenti facciamo ogni giorno da anni.