Parli con noi: precari uniti contro i tagli chiedono di incontrare il Ministro
red – Dopo quella del forum "Mai più precari nella scuola" analoga richiesta giunge dal gruppo "Precari uniti contro i tagli" che ha stilato un documento, sottoscrivibile da chiunque lo condivida, da sottoporre al Ministro in un possibile incontro con la componente precari per esporre le problematiche del mondo scolastico.
red – Dopo quella del forum "Mai più precari nella scuola" analoga richiesta giunge dal gruppo "Precari uniti contro i tagli" che ha stilato un documento, sottoscrivibile da chiunque lo condivida, da sottoporre al Ministro in un possibile incontro con la componente precari per esporre le problematiche del mondo scolastico.
Parli con noi, Ministro. Perché noi siamo la scuola statale.
Nonostante le prime dichiarazioni sul ruolo fondamentale dell’Istruzione come motore trainante per la ricrescita del Paese siano state accolte favorevolmente, il neo Ministro ci perdonerà se ci permettiamo, in quanto precari della scuola con esperienza pluriennale, di sollevare alcune questioni, essenziali, proprio a partire dalle testimonianze da Lei rilasciate nei mesi che precedono la Sua nomina.
Ha parlato di un piano pluriennale di assorbimento delle Graduatorie ad Esaurimento, che garantisca l’assunzione a tempo indeterminato per chi lavora su posto vacante e che tuteli il diritto alla continuità didattica
per gli studenti. Non possiamo che essere d’accordo.
Una domanda, che pone l’accento su due interrogativi, ci assilla: con quali fondi e su quali posti?
È recente la notizia secondo cui, anche a causa della riforma del sistema pensionistico, le immissioni in ruolo dei prossimi anni saranno drasticamente ridotte, tanto che il Ministero ha ipotizzato di immettere in ruolo i vincitori del concorso bandito dal precedente Governo in tre anni invece che in due.
In termini di risorse, nell’ultimo quinquennio, la scuola ha subito tagli per 8 miliardi di euro. Come pensa, Ministro, di poter stabilizzare i precari in queste condizioni?
Ci permettiamo di ricordarLe che la legge 133 ha tagliato circa 150mila posti di lavoro, causando addirittura l’esubero di molti docenti di ruolo, soprattutto in alcune classi di concorso, oltre ad aver praticamente azzerato la presenza degli insegnanti tecnico-pratici, dei lettori di lingua straniera e dello specialista di lingua inglese alle elementari.
Come si può conciliare la stabilizzazione dei precari presenti nelle graduatorie ad esaurimento con questa situazione disastrosa? Come può pensare, Ministro, di ottenerla attraverso l’organico funzionale triennale?
A noi, che nella scuola ci lavoriamo, l’organico funzionale sembra un pretesto per poter gestire il personale di ruolo su spezzoni ed esuberi, facendolo viaggiare da una scuola ad un’altra e riducendo ulteriormente il numero delle cattedre destinate al personale precario. Una pratica questa che, unita a quella di assegnare al personale di ruolo ore in più rispetto alle 18 frontali, ormai invalsa in molte scuole, riduce ulteriormente il numero delle cattedre, a detrimento della qualità del lavoro di chi opera nella scuola e della formazione di chi della scuola dovrebbe essere l’attore principale: lo studente.
Apprezziamo la sua intenzione di voler “rivedere” la riforma Gelmini, essa infatti ha ridotto la Scuola Pubblica Statale in ginocchio: classi di più di 30 alunni nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado, anche in presenza di disabilità certificate; fino a 28 bambini di prima elementare nella stessa classe; abolizione delle compresenze in ogni odine di scuola e grado; drastica diminuzione delle ore curriculari, con lo sconvolgimento e l’impoverimento dei piani orari delle secondarie superiori; eliminazione del tempo pieno alla primaria.
La scuola della collaborazione e della collegialità è stata definitivamente affossata e, mentre si distruggeva ciò che di buono era rimasto, si tentava di imbonire l’opinione pubblica con parole come competenza, didattica laboratoriale, CLIL, valutazione, fingendo di dimenticare che, se si tagliano personale e risorse, l’unica scuola che si può ottenere è quella dell’apprendimento nozionistico, della spersonalizzazione e dell’abbandono scolastico.
Tutto questo è stato fatto salvaguardando le scuole private che, in questo paese, si distinguono per lo più per la loro natura di diplomifici di scarso valore didattico e pedagogico (si vedano i dati OCSE-PISA), o di scuole confessionali che, in base alla nostra Costituzione, non dovrebbero essere finanziate dallo Stato.
Lei, Ministro, vorrebbe prolungare la permanenza a scuola alle ore pomeridiane, a noi basterebbe che si ripristinassero le condizioni di epoca pregelminiana, che garantivano un servizio decisamente migliore a studenti e famiglie. Vorremmo che l’organico di sostegno venisse di nuovo pianificato sulla base delle reali esigenze dei ragazzi disabili e non in funzione delle esigenze di risparmio della spesa, fino ad arrivare ad un rapporto 1:1 in presenza di casi gravi, rapporto oggi costantemente violato, così come il tetto massimo di alunni per classe, in presenza di alunno disabile. Vorremmo scuole non fatiscenti, dotate di ciò che serve, senza la retorica e gli sprechi ai quali assistiamo rispetto all’uso delle nuove tecnologie che, lungi certamente dall’essere dannose, non sono sempre la panacea per rendere la didattica davvero attiva e partecipativa.
Lei ha detto che gli insegnanti dovrebbero essere retribuiti in conformità con quanto avviene negli altri Paesi europei ma, forse, le sfugge che noi precari non godiamo nemmeno degli scatti di anzianità previsti dal CCNL. L’ipotesi di aumento degli stipendi, dunque, non può non andare di pari passo con l’equiparazione del trattamento economico dei docenti di ruolo a quello dei precari, che prestano il medesimo servizio nelle scuole statali.
Le chiediamo, poi, se sia consapevole del fatto che la scuola vive del lavoro di migliaia di docenti non abilitati che, ogni anno, prestano il loro servizio nelle scuole essendo esclusi dalle graduatorie ad esaurimento, pur svolgendo lo stesso lavoro colleghi. E non si possono dimenticare i colleghi iscritti a Scienze della Formazione Primaria dopo il 2007 e gli ultimi abilitati SISS, esclusi dalle GE solo perché, come sempre, le regole sono state cambiate in corsa. Come intende stabilizzare, queste persone?
Lei ha parlato di un reclutamento, chiaro e trasparente, che selezioni i migliori e che, dopo un anno di formazione e tirocinio, li immetta in ruolo. Appunto per questo, ci permettiamo di ricordarleLe, Ministro, che la valutazione dei docenti non può avvenire certamente nelle forme assunte dall’ultimo concorso bandito dal Ministro Profumo, che ha volutamente ignorato il fatto che sono stati messi a bando posti per classi di concorso brulicanti di precari abilitati, in attesa da anni di essere finalmente immessi in ruolo dalle Graduatorie a Esaurimento. Noi crediamo che il sistema di formazione dovrebbe essere gratuito e accessibile a tutti, integrato nel percorso formativo di una specializzazione post laurea.
Abbiamo appreso, inoltre, che sarebbe intenzionata a mantenere il Sistema di Valutazione Nazionale, pur dichiarando di volerlo usare in modo diverso. Queste modalità di verifica degli apprendimenti, imposte dall’alto su studenti e docenti, sono assolutamente lontane dalle indicazioni nazionali relative ai programmi da svolgere e non rendono conto del livello raggiunto in ogni singola scuola. Le diciamo con chiarezza che siamo contrari al sistema del teaching to the test, sistema di matrice anglosassone che gli stessi inglesi e statunitensi stanno abbandonando, avendo constato come produca un apprendimento orientato a breve termine, nemico dell’acquisizione profonda e proficua di conoscenze, capacità e competenze. Non vogliamo la scuola-azienda, vogliamo che tutti gli attori coinvolti nella scuola collaborino e si percepiscano come parte integrante di una comunità.
Gentile Ministro, con uno sguardo generale all’attuale situazione, possiamo dire di essere più che disponibili a collaborare con lei allo smantellamento della riforma Gelmini, nulla potrebbe renderci più felici.
Affinché, però, le dichiarazioni di oggi non diventino vuote petizioni di principio domani, occorre rendere chiara l’intenzionalità politica, esplicitando le modalità di realizzazione di quanto enunciato. Ci risparmi
i deliri aziendalistici e privatistici di certi legislatori dell’ultim’ora, che pretenderebbero di gestire la scuola statale a livello regionale e locale, delegando ai Dirigenti Scolastici il compito di selezionare e di
reclutare i docenti, in un paese in cui corruzione e nepotismo continuano a farla da padroni.
Ci spieghi perché certe soluzioni che ha indicato secondo Lei faranno il bene della scuola. Ri-cominci a parlare con noi che la scuola la facciamo sul campo. Sarebbe già un ottimo segnale. Le chiediamo dunque un atto di discontinuità rispetto a chi l’ha preceduta al dicastero, ci incontri, si confronti con noi che siamo parte fondante ed essenziale della Scuola Pubblica Statale.
Seguono le firme già raccolte
Il doc è ancora sottoscrivibile da chiunque lo condivida, scrivendo al gruppo FB, precari uniti contro i tagli, o all’account [email protected]
La richiesta del forum Mai più precari nella scuola