Parisi: “Mantenere la distinzione tra Istruzione e Università. Un politico esperto potrebbe essere l’ideale”

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Mantenere la distinzione tra il ministero per l’Università e la Ricerca e quello dell’Istruzione e varare un piano da 10 miliardi in 5 anni che porti stabilmente la ricerca scientifica italiana, anche dopo il Pnrr, a livelli di finanziamento simili alla Francia.

Sono queste le due priorità che il premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi, intervistato da Repubblica, indica al governo.

Per far capire il senso della necessità di distinguere tra Istruzione e Università, Parisi sottolinea che “bastano due numeri: l’Istruzione ha un milione e 200mila dipendenti, università e ricerca non arrivano a 100mila. Se il ministro è unico, non può che essere fagocitato dalla scuola. In passato ho visto ministri volenterosi ed esperti che finivano per occuparsi di università e ricerca un giorno a settimana”.

Nel dibattito tra ministri tecnici e ministri politici, Parisi si mostra equidistante: “A volte la competenza è utile, in altri casi non lo si è dimostrata. Ho visto nel lontano passato almeno un caso di ex rettore che non ha fatto un granché. Mentre ministri che avevano il diploma universitario sono stati assai più efficaci. È importante che il ministro della Ricerca sia una persona capace di ascoltare quello che viene dalla comunità scientifica”.

Ed è fondamentale che sia un ministro con “un buon rapporto con il premier e con il ministro dell’economia. E deve imporsi nel Consiglio dei ministri per ottenere finanziamenti adeguati. Un politico esperto potrebbe essere l’ideale”.

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