Il pareggio di bilancio tra il 2015 e il 2017 richiederà nuovi tagli. Quale sarà il contributo della scuola?
red – Il Ministero dell’economia ha pubblicato gli obiettivi del DEF 2013. Nel documento si stima che il deficit strutturale scenda dall’1,2 % del 2012 allo zero del 2013, e poi tenda ad un lieve aumento nel 2014. Il che si tradurrà con la necessità di nuovi interventi.
red – Il Ministero dell’economia ha pubblicato gli obiettivi del DEF 2013. Nel documento si stima che il deficit strutturale scenda dall’1,2 % del 2012 allo zero del 2013, e poi tenda ad un lieve aumento nel 2014. Il che si tradurrà con la necessità di nuovi interventi.
Secondo quanto riportato nel documento la piena conquista di un pareggio di bilancio tra il 2015 e il 2017 richiederà misure aggiuntive per colmare la differenza residuale.
Infatti, se ci basiamo sulle attuali previsioni, il disavanzo primario in termini nominali dovrebbe gradualmente aumentare, raggiungendo il 5,7% del PIL nel 2017, mentre il rapporto debito/Pil dovrebbe cominciare a scendere già nel 2014
Già il mese scorso, il Ministro Giarda era intervenuto con un documento nel quale si prospettavano gli interventi prossimi relativamente alla spesa pubblica.
Secondo Giarda bisognerà tagliare:
- 135,6 miliardi di euro per beni e servizi,
- 122,1 miliardi di retribuzioni
- 24,1 di trasferimenti alle imprese e contributi alla produzione
- 13,2 di contributi alle famiglie e alle istituzioni sociali.
Nel mirino:
- università e altri enti locali (5,2%)
- enti previdenziali (37,4%)
- spesa sanitaria (33,1% della spesa)
- retribuzioni dei dipendenti pubblici (oggi è al 5%, da incrementare impedendo l’assunzione dei precari e stringendo la cinghia del turn-over. Nella scuola operazione già in atto grazie ai gli effetti della riforma Fornero);
- trasferimenti agli enti locali (24,3%)
E la scuola? Nel 2010 la spesa per l’istruzione è stata del 4% del PIL, nel 2015 sarà del 3,6% e scenderà 3,4% nel 2020. Quindi si assesterà tra il 3,3 e il 3,4%.
Ma basteranno questi tagli? Secondo la relazione tecnica, no. Bisognerà ulteriormente intervenire. Quindi, si ripresenta più forta che mai il pericolo dei blocchi degli scatti di anzianità e del contratto. Punto sul quale il Governo, nonostante le promesse, non ha sciolto le riserve.