Papa Francesco su scuola ed educazione. Lettera

Inviato da Mario Bocola – Voglio ricordare Papa Bergoglio, con i suoi importanti interventi sul mondo della scuola e dell’educazione.
Più volte Papa Francesco è intervenuto sulla scuola, sui problemi che la attanagliano, sui rapporti tra genitori, figli e insegnanti, sull’educazione, sull’importanza dello studio e sulla scuola come luogo di crescita e di condivisione, nonché riflessione sui valori importanti della vita.
Papa Francesco è intervenuto sulla scuola e, in particolar modo, sui ragazzi difficili, meno fortunati che vivono condizioni di disagio e di emarginazione sociale, invitando tutti ad avere un’attenzione esclusiva per i ragazzi meno fortunati. “Vi chiedo di amare di più gli studenti ‘difficili’, quelli che non vogliono studiare, quelli che si trovano in condizioni di disagio, i disabili e gli stranieri, che oggi sono una grande sfida per la scuola. E ce ne sono di quelli che fanno perdere la pazienza. Gesù direbbe: se amate solo quelli che studiano, che sono ben educati, che merito avete?
Qualsiasi insegnante si trova bene con questi studenti. In una società che fatica a trovare punti di riferimento – avverte Bergoglio – è necessario che i giovani trovino nella scuola un riferimento positivo. Essa può esserlo o diventarlo se al suo interno ci sono insegnanti capaci di dare un senso alla scuola, allo studio e alla cultura, senza ridurre tutto alla sola trasmissione di conoscenze tecniche, ma puntando a costruire una relazione educativa con ciascuno studente, che deve sentirsi accolto ed amato per quello che è, con tutti i suoi limiti e le sue potenzialità.
Papa Francesco è dalla parte dei docenti. Infatti il Santo Padre è più volte intervenuto nei suoi discorsi sui tema dell’educazione, della crisi dei valori, dei sentimenti, della conoscenza, del ruolo della famiglia, del rapporto tra genitori e figli dando estrema importanza alle due massime agenzie educative: la scuola e la famiglia.
Papa Bergoglio ha puntualizzato le differenze dei sistemi educativi di un tempo e quelli di oggi, sottolineando che i genitori quando i figli a scuola si comportano male e mancano di rispetto agli insegnanti non devono rimproverare gli insegnanti, ma i figli.
Invece, nella società in cui viviamo assistiamo ad episodi di genitori che di fronte alle “bravate” dei figli si recano a scuola per rimproverare gli insegnanti con conseguenze a volte poco piacevoli.
Purtroppo, il Ministero dell’Istruzione e del Merito su episodi di bullismo e di prepotenza dei genitori nei riguardi degli insegnanti, non fornisce gli strumenti idonei per salvaguardarli, tutelarli, difendere la loro onorabilità, per cui questi ultimi si sentono soli, delusi e amareggiati a causa della scadente considerazione sociale.
Ci vogliono azioni e politiche serie a sostegno della funzione docente che deve essere affiancata da specialisti psicologi, sociologi che accompagnano l’azione didattica ed educativa degli insegnanti, altrimenti da soli i docenti non ce la potranno mai fare.
I problemi della realtà scolastica sono enormi e sono tutti caricati sulle spalle degli insegnanti, i quali devono sobbarcarsi non solo l’aspetto didattico ed educativo, ma anche quello sociale, psicologico degli alunni che presentano differenti forme di disagio sociale, dovuto soprattutto alla mancanza di entrambe le figure genitoriali ormai in crisi di identità.