Papa Francesco: “La scuola non è solo ripetere a pappagallo, ma addestramento a vedere la complessità del mondo”

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Papa Francesco torna a parlare di educazione, mettendo in guardia dai rischi di una globalizzazione che appiattisce i programmi scolastici su interessi politici ed economici.

Durante l’udienza con i membri del Patto educativo globale, il Pontefice ha criticato l’uniformità dell’istruzione attuale, sottolineando come spesso nasconda condizionamenti ideologici che la trasformano in uno strumento per fini ben diversi dalla promozione umana e dalla ricerca della verità. “Non possiamo cambiare il mondo se non cambiamo l’educazione”, ha affermato, richiamando un proverbio africano: “Per educare un bambino serve un intero villaggio”. Da qui l’invito a costruire un “villaggio dell’educazione”, un luogo di condivisione e impegno per promuovere relazioni positive e culturalmente valide.

Il Santo Padre ha poi elogiato il metodo pedagogico del “service-learning”, che incoraggia la responsabilità comunitaria degli studenti attraverso progetti sociali integrati nel percorso accademico.

Citando una scena del film “L’attimo fuggente”, in cui il professore Keating invita i suoi studenti a salire sui banchi per guardare la classe da una prospettiva diversa, Francesco ha sottolineato l’importanza di un’educazione che non si limiti alla trasmissione di contenuti, ma miri alla trasformazione della vita. “Non solo ripetizione di formule – come i pappagalli – ma addestramento a vedere la complessità del mondo. Questo deve essere l’educazione”, ha concluso.

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