Paolo Crepet: “Non sopporto i genitori che dicono ‘Non capisco cosa stia succedendo a mio figlio’, perché mentono”

Paolo Crepet, in un’intervista a Il Nord Est, punta il dito contro l’inadeguatezza educativa dei genitori. Secondo Crepet, le famiglie di oggi, soprattutto quelle benestanti, tendono a eccedere nel proteggere i figli, concedendo loro “troppo” e alimentando un senso di onnipotenza.
Tale atteggiamento permissivo crea giovani che si sentono padroni del mondo, incuranti delle conseguenze delle proprie azioni, persino di fronte alla violenza. “Non sopporto i genitori che dicono ‘Non capisco cosa stia succedendo a mio figlio'”, afferma Crepet, “perché mentono. Sanno benissimo cosa sta succedendo, ma non vogliono vedere”. La responsabilità, quindi, non ricade solo sulla scuola o sulle istituzioni, ma in primis sulla famiglia, che spesso si dimostra incapace di imporre regole e limiti.
Il coraggio di educare: Crepet propone una soluzione radicale
Per Crepet, la soluzione non sta nel rivolgersi a esperti o nel cercare alibi, ma nell’assumere il proprio ruolo di genitori. È necessario stabilire regole chiare fin dalla tenera età e non ignorare i segnali di disagio. “Bisogna avere il coraggio di dire ai figli che quello che trovano in casa non è detto che sarà loro”, propone Crepet, sottolineando l’importanza di responsabilizzare i giovani anche dal punto di vista economico.
L’esperto invita i genitori a non sottovalutare i campanelli d’allarme, anche quelli apparentemente meno gravi, come la mancanza di un progetto per il futuro o la scarsa conoscenza delle attività dei propri figli. La paura, secondo Crepet, non deve scattare solo di fronte all’omicidio, ma deve essere un campanello d’allarme costante che spinge i genitori a intervenire tempestivamente.