Raccoglieremo i cocci, quando sarà finita. Cronaca della scuola al tempo del Covid
C’è chi spera, ad ogni venerdì: ci spera, per vedere di nuovo il sorriso e l’emozione sul volto del proprio bambino. A scuola, col grembiulino, la merenda, ritroverà la sua maestra e i suoi amichetti.
C’è chi ha troppa paura e no, se riapre, io mio figlio a scuola non ce lo mando lo stesso. C’è chi non si fida, la televisione dice… E c’è chi “mia figlia si è contagiata a scuola”… ma anche “scusa ma poi la fai uscire con gli amici?” . E c’è chi si stupisce: “a mio figlio non lo capisco più, lo vedo strano, vuoi vedere che gli manca la scuola?”.
C’è la maestra che si divide tra i suoi piccoli dall’altra parte dello schermo e il suo bimbo da questa parte…c’è quella che non ci sa proprio stare senza il lavoro: come si può insegnare ai ragazzi a diventare grandi da lontano? C’è anche chi pensa malevolo “eh certo, per le maestre è comodo: stipendio a casa e chi s’è visto s’è visto”.
C’è l’esercito dei maestri aggiunti, mamme e papà, catapultati sui sussidiari, i libri di storia e geografia, o internet, o anche solo la grammatica aperta: i pronomi personali le declinazioni …”Un attimo, amore mio, che ora mi ricordo….” “Ma questa prof, però, solo assegni…”
E poi ci sono i docenti, di tutti gli ordini (quanti sono!) che si industriano, inventano la vicinanza nella distanza, sperimentano : almeno così sono tutti presenti, a scuola invece ne veniva solo la metà…. Ma Pasquale stamattina non c’è? Ragazzi, chiamatelo, ditegli che sennò lo boccio. . Ce ne sono tanti che “quest’anno è così, ma passerà, speriamo…” : perché (per tutti) vederli sciamare sorridere e anche sbagliare da vicino è un’altra storia
C’è il dirigente, alle prese con un’autonomia scolastica tutta responsabilità e cerino in mano, come i Sindaci; l’ASL che non risponde, e il tracciamento chi lo fa, oddio ecco, ci risiamo di nuovo. C’è quello che deve litigare coi genitori per il doppio turno, c’è quello che i genitori sono avvocati e fanno causa anche col turno unico. C’è quello che “io non sono contento, per niente, ma certo con le scuole chiuse almeno è possibile”. C’è chi pensa “adesso che stiamo ingranando con la Dad, speriamo non ce la levino”. Ci sono quelli che dialogano con le associazioni, perché Gennaro, Francesco, Giuseppe non li vediamo più, li stiamo perdendo. E ci sono quelli che “no, questa non è scuola” ..
Ci sono quelli che trovi alle sei di sera da soli in Presidenza, e ancora a pensare ai lavori, alle pulizie, alla piattaforma SIDI, al monitoraggio… di continuo, incessantemente, e prima si fa un piano e poi si cambia idea: scusate, colleghi, un aiutino, questo caso qui nel protocollo non è contemplato, che faccio?
E poi ci sono i social, le chat, delle mamme, delle maestre, delle presidi, delle istituzioni, oddio quanti pensieri e quanti conflitti! La scuola fa schifo, Viva la scuola. Priorità alla scuola, no prima la salute. Riaprite le scuole, è un diritto, anzi no perché se poi mancano i medici e i tamponi è insostenibile…. “Ma insomma, il Governo che ha fatto?” “No, il Comune che ha fatto?” Ma scusa, e la Regione? Ne vogliamo parlare, della Regione?
Cronaca della scuola al tempo del COVID.
Una comunità che si sfalda, si rimescola, perde la rotta e la riconquista ogni giorno. Cronaca di una società che da liquida si è fatta gassosa. Raccoglieremo i cocci, quando sarà finita. SE non sapremo riannodare i fili prima. Se non ne saremo capaci, da adulti responsabili. E poi ci sono i ragazzi e le ragazze. I bambini e le bambine. Protagonisti di un copione scritto da altri.
Che il dolore sia loro lieve…
Annamaria Palmieri è assessore alla scuola e all’istruzione del comune di Napoli. Dottore di ricerca, è stata supervisore SICSI presso l’Orientale di Napoli ed è docente Materie Letterarie e Latino nei Licei.