Pacifico (Anief): “Sì alla formazione retribuita. Revisionare gli stipendi per valorizzare i docenti” INTERVISTA

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Si svolgerà nel pomeriggio di oggi l’incontro tra Organizzazioni sindacali rappresentative del comparto Scuola e Ministro dell’istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, per fare il punto sulla realizzazione del Pnrr. In vista della riunione Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, espone a Orizzonte Scuola la posizione e le richieste del sindacato.

Cosa chiederete al Ministro?

Il tema della formazione è al centro anche della riforma del Pnrr e per questo chiediamo al Ministro di poter trattare nel contratto tutte le questioni relative alla formazione professionale e che potrebbe riguardare anche una futura carriera degli insegnanti.
Il sindacato dice sì alla formazione ma deve essere contrattualizzata. La formazione deve essere un diritto del lavoratore, prima ancora di un dovere.
Ogni lavoratore, secondo le norme europee, deve essere formato e deve essere messo nelle condizioni di formarsi durante le ore di attività lavorative: questo è sacrosanto.
Ricorderemo al Ministro che la formazione deve essere sempre retribuita.
In passato è stata introdotta la carta del docente per il personale di ruolo. Come Anief in Corte di Giustizia europea siamo riusciti ad allargare questo diritto al personale precario per chi ricorre in tribunale.
La formazione non può essere a costo zero. Non bisogna solo finanziare chi forma, selezionare chi si è formato, bensì occorre mettere tutti i lavoratori nella condizione di essere formati e pagati.
Va bene pensare di premiare chi si forma, però bisogna partire dal presupposto che gli stipendi di base sono troppo bassi. Dobbiamo invece partire da stipendi legati all’inflazione: in questo momento siamo 20 punti sotto l’inflazione registrata dal 2008.
Vanno chiariti poi i criteri per uno sviluppo della carriera del personale docente legati alla formazione, ma sempre a condizione di rivedere gli stipendi base di tutti.

Qualche scuola lamenta difficoltà nel portare a compimento i progetti del Pnrr

Assistiamo a casi di scuole che addirittura rifiutano di utilizzare queste risorse. Si tratta di casi singoli, per fortuna. Vogliamo superare questa inquietudine dando indicazioni alle scuole e gratificando tutti coloro che sono parte attiva dal dirigente, passando per i Dgsa, ai docenti. Su Monitor, ad esempio, ci sono dei malumori per le difficoltà e i problemi che ha creato ai Dsga.
Le risorse in ballo sono tante e bisogna stare molto attenti nel loro utilizzo. Parliamo di più di 30 miliardi che servono per garantire il raggiungimento degli obiettivi, che non sono solo la digitalizzazione delle scuole, ma anche la dispersione scolastica e il tutoraggio. Abbiamo uno dei più alti tassi di dispersione scolastica fra i Paesi europei e uno dei tassi più bassi di iscrizione di studenti alle università.

Per questo verrà introdotta anche la figura del docente tutor dal prossimo anno scolastico. Si è parlato di flop riguardo le poche candidature di docenti, in scadenza oggi

Il fatto che il Ministero abbia trovato delle risorse per implementare le attività di orientamento e tutoraggio è positivo.
Il flop è legato probabilmente alla poca comunicazione e al non coinvolgimento delle organizzazioni sindacali.

Le scuole hanno bisogno di più personale per portare avanti i progetti?

Ci siamo battuti per l’organico aggiuntivo, lo abbiamo sollecitato spesso. Con l’attuale organico sottodimensionato è difficilmente realizzabile la progettualità nuova del Pnrr.
In base alle ultime aperture del governo, le scuole potrebbero utilizzare fino al 10% delle risorse per assumere personale amministrativo e collaboratori scolastici. Ogni scuola potrà scegliere se attivare questo organico aggiuntivo. Ma su questo si attende l’esito dell’emendamento. Non è quello che aveva chiesto Anief ma è comunque un primo passo avanti.
Se si registra una bassa adesione per la figura del tutor, il governo si renderà conto che bisognerà reclutare anche personale docente.

L’episodio della docente aggredita da un suo alunno riaccende i riflettori sul ruolo del personale docente e sulla sicurezza

Bisogna rilanciare il patto educativo tra famiglie, studenti e personale scolastico. E’ necessario far capire la vicinanza dello Stato verso chi lavora ogni giorno a scuola. In Parlamento c’è una proposta di legge che modifica il codice penale sui reati legati alle offese agli insegnanti. Occorre lavorare sull’importanza e il ruolo del personale docente e valorizzarlo a partire dalla revisione degli stipendi, un punto non più rinviabile.

E poi il disagio giovanile dilagante: secondo lei è fondamentale avere lo psicologo in ogni scuola?

E’ certamente importante avere degli sportelli a scuola. Ci sono dal tempo del Covid, ma va tenuto conto di tanti altri fattori. Da sempre abbiamo avuto episodi di violenza nelle scuole. Oggi si conoscono di più anche per il massiccio utilizzo dei social. La scuola sembra essere una valvola di sfogo per i ragazzi. E qui entra in gioco l’importante ruolo educativo della scuola. L’autorevolezza ogni docente la costruisce in classe; ciò non esula dagli eventuali disagi anche familiari che possono avere i ragazzi. Ci vuole maggiore attenzione su questi episodi, che ormai sono all’ordine del giorno.

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