Pacifico, Anief: graduatorie di istituto a luglio, docenti in cattedra entro il 1° settembre e formazione online, ci sono i tempi [INTERVISTA]
A colloquio con Marcello Pacifico, presidente Anief. L’emergenza Coronavirus ha stravolto l’anno scolastico e avrà sicuramente delle ripercussioni sul successivo. Come agire per assicurare un ordinato avvio dell’anno scolastico.
Presidente, in questi giorni i docenti hanno appreso che non sarà possibile aggiornare le graduatorie di istituto a causa di problematiche tecniche. Questo potrebbe pregiudicare un ordinato avvio dell’anno scolastico?
La riapertura è un atto necessario per consentire innanzitutto la nomina dei supplenti, il cui numero il prossimo anno sarà record rispetto agli ultimi cinque anni, ed evitare il caos nella gestione delle MAD da parte dei Dirigenti Scolastici.
Nell’intervista rilasciata alla nostra redazione il Ministro ci ha parlato di motivazioni tecniche molto stringenti e secondo lo staff ministeriale non superabili.
Tali motivazioni a nostro parere non sono valide, dato che verranno gestite online le domande per istituire la fascia aggiuntiva per il sostegno. Ogni sistema informatico non ha problemi di numeri, è un problema di scrittura, se il programma si può fare per 10.000 lo stesso programma si può fare per un milione.
Non c’è motivo ostativo per non aggiornare le graduatorie di istituto e però essere in grado di gestire di una nuova fascia aggiuntiva, giustificata solo dal numero dei candidati.
Uno dei problemi per i nuovi inserimenti in terza fascia è il riconoscimento fisico nelle scuole per l’iscrizione a Istanze online.
Questo è un passaggio che dovranno fare anche i docenti con titolo di sostegno che finora non hanno avuto accesso alle graduatorie e non hanno ancora l’iscrizione a Istanze online e non riteniamo che il Ministro inviterà tutti gli insegnanti specializzati sostegno a presentarsi nelle scuole.
La sicurezza per il personale scolastico vale indipendentemente dai numeri.
Si pensi ad un nuovo sistema di gestione delle graduatorie, che corrisponda alle esigenze del momento, quindi interamente telematico.
Inoltre non è vero che non ci sono i tempi burocratici, perché l’istituzione di una fascia aggiuntiva necessita degli stessi passaggi burocratici che necessita un nuovo Regolamento delle graduatorie di istituto.
Secondo noi si potrebbero far presentare le domande a luglio.
In generale bisogna anticipare i tempi delle operazioni, non posticiparle al 15 settembre, come indicato nel Decreto.
Esiti domande mobilità e assegnazioni provvisorie vanno concluse entro il 31 luglio, infatti l’Anief sta aiutando docenti e ata nella presentazione della domanda, con consulenza telematica.
Concluse queste operazioni, entro il 15 agosto si potrà procedere alle immissioni in ruolo, anche con call veloce.
Se ci saranno le lezioni dal 1° settembre e se l’intenzione è di evitare il balletto delle supplenze, le graduatorie di istituto dovranno essere pronte in tempi congrui e le nomine assegnate per il 1° settembre.
La soluzione proposta dal Ministero è invece veramente contorta, perché vogliono mettere mano ad un sistema che gestisca le attuali domande di messa a disposizione, piuttosto che eliminare il grande afflusso di domande. Le MAD sono nomine fuori graduatoria e quindi senza valutazione dei titoli che una graduatoria prevede, e questo significa andare anche contro il merito.
Da un lato l’obiettivo è concorso per titoli ed esami e dall’altro si perpetua il sistema delle MAD, in cui non c’è controllo dei titoli.
L’Anief ha avviato una petizione per chiedere la riconferma degli attuali contratti a tempo determinato e di quelli a tempo indeterminato con clausola risolutiva. Il Ministro ha già risposto durante l’intervista che ci ha rilasciato che ciò non sarà possibile, in quanto si tratta di posti destinati a mobilità, utilizzazioni, assegnazioni provvisorie e, in primo luogo, degli organici.
Questa è una situazione che noi conosciamo, ma avevamo suggerito di andare almeno sui posti non vacanti e disponibili, che per il ministero sono la maggior parte, stiamo parlando di 120mila posti su 200mila. Per il Ministero il 65% dei posti è assegnato su posti non vacanti, per questi posti si poteva almeno garantire la conferma dei supplenti.
Un’altra proposta è quella di utilizzare le graduatorie di istituto per le assunzioni in ruolo una volta esauriti gli altri canali, insieme a una conferma dei ruoli di chi è stato inserito con riserva e ha superato l’anno di prova. Come si supererebbe l’obbligo della giurisprudenza costituzionale di accesso al pubblico impiego tramite concorso?
Si può accedere tramite procedura concorsuale, salvo diversa disposizione della legge.
il legislatore è sovrano, tanto che nella legge 296/06 per esempio si era predisposto un piano di stabilizzazione del personale del pubblico impiego, tranne scuola e università.
Quindi la regola può essere derogata per esplicita
Bisognerebbe interrogarsi se oggi ci sia la necessità e l’opportunità di derogare a tale regola, per l’Anief c’è: la necessità deriva dal fatto che comunque il livello di abuso dei contratti a termine prosegue e lo stato italiano non ha dato risposta adeguata, perché le assunzioni dai nuovi concorsi arriveranno tra un anno, un anno e mezzo.
L’opportunità è fata dal fatto che in questo momento in cui si parla tanto di didattica a distanza, il personale precario risponde facendo il proprio dovere, per cui andrebbe reclutato lo stesso personale che quest’anno ha garantito la didattica.
Molti posti in ruolo continueranno ad non essere attribuiti, per cui sarà necessario ricorrere alle GI.
La differenza tra un lavoro e un altro sta nella modalità e non nel tempo che impieghi per svolgerlo. Ogni anno le famiglie hanno già questo personale, per cui non sarebbe uno scandalo la loro assunzione, lo scandalo è invece far aumentare il numero di persone chiamate da fuori graduatoria.
L’Anief chiede percorsi universitari abilitanti in modalità telematica riservati al personale docente con almeno 24 mesi di servizio, sia per posti comuni che di sostegno.
La nostra proposta è consona a quello che ci dice l’Europa sul riconoscimento dei titoli professionali: dopo tre anni che svolgi un lavoro ti viene riconosciuta questa professionalità.
In questo momento gli avvocati possono fare il praticantato senza andare nei tribunali, ai medici viene riconosciuto il tirocinio on line, non si capisce perché gli insegnanti che lavorano da anni nelle nostre scuole e hanno valutato gli studenti debbano fare un percorso ordinario e non si pensa anche per loro ad un percorso straordinario.
Secondo noi è meglio avere un insegnante preparato e formato, piuttosto che non formato che deve fare un test chissà quando per fare attività di tirocinio, le stesse che ha già svolto come insegnante.
Per le famiglie sarebbe meglio avere un insegnante specializzato, che si è formato, rispetto a insegnanti non formati.
Il prossimo anno ci saranno ancora 40.000 docenti di sostegno che insegneranno senza specializzazione, per questo è necessario un percorso.
Il personale di ruolo invece dovrebbe svolgere un percorso telematico semplificato per l’acquisizione di titoli professionali. I corsi di riconversione professionali sono previsti dal Testo univo ma attivati solo nel 1999; la norma è vigente, basterebbe un accordo con il Ministero per organizzare corsi per qualificazione professionale.
Molte di queste idee le proporrete come emendamenti al Decreto Scuola?
Sì, verranno riproposti emendamenti sia per valutazione e validazione anno scolastico, sia per il nuovo anno scolastico.
E ancora per i precari, graduatorie ad esaurimento e di istituto, e i corsi di abilitazione.
Nel frattempo abbiamo portato avanti due petizioni una per la riapertura delle graduatorie di istituto e l’altra per confermare nei ruoli i docenti con riserva e nelle supplenze i precari per garantire il recupero degli apprendimenti.
Un’ultima domanda: la vicenda dei diplomati magistrali può dirsi conclusa?
La vicenda rimane aperta, è scandaloso in questo momento assistere da una parte a norme che vanno a bloccare tutti i licenziamenti vista l’emergenza e dall’altra migliaia di maestre che garantiscono la didattica a distanza, stanno vicine ai nostri figli, ma sanno che saranno licenziate in estate e non avranno più il contratto per il prossimo anno.
Alcune sono di ruolo da tre anni, hanno superato l’anno di prova e saranno licenziate dopo essere state per tre anni docenti a tempo indeterminato a tutti gli effetti. Tutto questo è impensabile in un paese civile, il problema non è di chi vince un ricorso: se uno ha superato l’anno di prova indipendentemente dal fatto che ha vinto un concorso o un ricorso, se il superamento di quest’anno di prova è valido, se la valutazione collegiale espressa rispetto alla professione di un cittadino viene ritenuta valida oppure no e soprattutto se quelle stesse persone le stato le ha utilizzato come rimedio o come risorse per far funzionare il sitema istruzione.
Alcune maestre sono state assunte e i ricorsi sono passati in giudicato alcune sono state licenziate e altre saranno licenziate a luglio, c’è una disparità di trattamento e una irragionevolezza nella gestione della problematica.