Pacifico (Anief): “Buoni pasto da 12-13 euro per docenti e ATA, una battaglia sindacale fondamentale. Chi lavora a scuola non vale meno”

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Docenti e personale ATA, unici dipendenti pubblici esclusi dai buoni pasto, rivendicano pari trattamento. I sindacati chiedono con forza al Governo di intervenire per sanare questa anomalia, ricordando che la legge prevede il diritto al buono pasto per tutti i lavoratori subordinati, full time e part time.

La disparità è ancora più evidente considerando che il personale di segreteria, pur con contratto full time, non riceve i ticket. La situazione di disagio pervade l’intero comparto scolastico, creando un senso di ingiustizia tra i lavoratori.

Contratto collettivo e richieste sindacali

Il contratto collettivo nazionale del lavoro per i dipendenti della Pubblica Amministrazione, risalente al novembre 2022, prevede una pausa pranzo di 30 minuti per chi lavora oltre le 6 ore e la possibilità di sostituire il buono pasto con la mensa, previo accordo sindacale. I sindacati scolastici, forti di questo accordo, chiedono un adeguamento anche per il personale della scuola.

Marcello Pacifico, presidente Anief, sottolinea l’importanza della battaglia sindacale per l’introduzione di buoni pasto da 12-13 euro al giorno, vista la bassa retribuzione del personale scolastico.

“Da quando Anief ha conquistato la rappresentatività – dice Pacifico – le cose sono leggermente migliorate”. L’obiettivo è raggiungere le condizioni del 2001, perché “chi lavora a scuola non vale meno di chi lavora nei Ministeri”. Pacifico conclude: “Faremo di tutto per arrivare all’assegnazione dei buoni pasto anche per il personale della Scuola”.

L’orario di lavoro, la vera ragione del mancato riconoscimento

La principale motivazione dell’esclusione dei buoni pasto risiede nell’articolazione dell’orario di lavoro. A differenza di altri settori pubblici, dove i turni possono essere continuativi o spezzati con pause pranzo lunghe, la scuola ha un’organizzazione diversa.

L’orario dei docenti è concentrato la mattina, senza turni pomeridiani regolari, quindi i buoni pasto non vengono concessi, considerando l’orario come un turno unico. Tuttavia, gli insegnanti partecipano spesso a riunioni, consigli di classe e colloqui pomeridiani, un impegno aggiuntivo non ancora riconosciuto.

La questione, legata anche alle risorse economiche, rimane aperta.

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