P. Bruni: a scuola non si studia la letteratura, ma ciò che i critici dicono di uno scrittore. Bisogna responsabilizzare i docenti
Dura relazione di Pierfranco Bruni al convegno sulle letterature comparate e la scuola svoltosi a Roma a Palazzo Sora.
Pierfranco Bruni più volte nel corso dei suoi impegni culturali ha sollevato questioni vive su letteratura e scuola.
In questa circostanza Bruni prendendo in prestito le lezioni di Todorov, scomparso recentemente, ha detto che nelle scuole “Non si studiano gli scrittori o le opere, ma ciò che i critici dicono di uno scrittore. Vengono prese come oro colato le posizione della critica senza approfondire il testo degli autori. Si crea una interpretazione e una lettura di quarta mano. La letteratura è vita, non note o analisi compiute da storici e critici targati”.
Ha preso come riferimento Todorov sul piano letterario, citando il suo libro ‘La letteratura in pericolo’ e Maria Zambrano sul piano metafisico e filosofico citando ‘La confessione come genere letterario’. Ha rincarato la dose quando ha affermato: “La letteratura vera nelle scuole è in pericolo, parafrasando Todorov. Pirandello non è conosciuto nella sua tragica esistenza e Pascoli per la scuola è rimasto sempre ancorato al fanciullino, mentre Dante è la difesa della classicità. Questo perché non si leggono gli autori ma le antologie scolastiche molto delle quali presentano degli errori strabici. Bisogna dare ai docenti gli strumenti di un annuale aggiornamento serio”.
”La critica proposta dai testi scolastici è viziata dalla posizione di chi cura i testi stessi. Bisognerebbe dare spazio al testo degli autori soprattutto nella letteratura dell’Otto -Novecento. Ci sono casi emblematici che testimoniano una variante in negativo nella interpretazione degli autori. Bisogna sempre più insistere sul concetto di letteratura pura nonostante le comparazione. La letteratura è tradizione soprattutto. La letteratura va salvata e la scuola con le interpretazioni varie corre il rischio di ucciderla. E poi sono troppi i libri che vengono dati come testi di narrativa e non sono altro che analisi, indagine giornalistiche, meta saggi, testimonianze psico-analitiche. La letteratura, come scrive Todorov, non descrive casi clinici ma è un viaggio infinito tra metafisiche e anima”. Così ha concluso Pierfranco Bruni.