Orientamento, Jointly Push To Open: per 24% studenti formazione determinante per prima occupazione

comunicato Jointly – JOINTLY Push To Open, giunto alla terza edizione, è un viaggio verso il futuro che vuole portare i ragazzi a sviluppare un pensiero consapevole e autonomo affinché scelgano il percorso di studio e lavoro che più si sposa con le loro aspettative e competenze. Partendo da questo presupposto si è svolto oggi a Roma presso SACE (Gruppo CDP), nell’ambito del Festival dello sviluppo sostenibile 2017 promosso da ASVIS, il convegno “Il buon futuro: come investire sul lavoro dei giovani per investire sul futuro del Paese” organizzato da JOINTLY – Il welfare condiviso, rete di condivisione e di progettazione di servizi di welfare aziendale, nata nel 2014 per proporre un nuovo modello di welfare aziendale con una maggiore vocazione sociale.
Sono 1.500 i ragazzi di tutta Italia che hanno partecipato alla terza edizione di Push To Open, il programma di orientamento interaziendale della durata di 4 mesi, nato per far scoprire ed entrare in contatto con il mondo del lavoro ragazzi che stanno per scegliere il percorso da intraprendere al termine delle scuole superiori. Nelle 3 edizioni di Push To Open sono stati orientati in totale 2.500 giovani di quarta e quinta superiore grazie alle 25 grandi aziende partner di JOINTLY tra cui ENI, ENEL, Ferrovie dello Stato Italiane, SEA, Unicredit, Unipol, SACE (Gruppo CDP) e Associazione dei Lavoratori Intesa San Paolo.
Le aziende che hanno partecipato a Push To Open hanno messo in condivisione le proprie conoscenze, le testimonianze di giovani manager e i propri spazi, per dare ai ragazzi una visione ampia e trasversale del lavoro, delle competenze richieste e aprire ai ragazzi nuovi orizzonti sulle possibilità occupazionali del futuro. Durante il convegno è stata presentata, inoltre, anche l’iniziativa #adottaunaclasse, che dà la possibilità a una o più classi degli istituti superiori di accedere a Push To Open grazie alla sponsorizzazione da parte delle aziende partner. L’iniziativa ha l’obiettivo di estendere il programma a livello nazionale coinvolgendo almeno 100 classi entro il 2018.
Particolarmente soddisfatta dell’esperienza di quest’anno si è detta Francesca Rizzi, CEO e co-founder di JOINTLY: “Push To Open rappresenta un grande motivo di orgoglio per noi di JOINTLY perché ci permette di lavorare assieme alle aziende in modo generativo sul futuro dei giovani. Questo programma è frutto dell’impegno sociale delle organizzazioni che vi hanno partecipato: è il mondo delle imprese che sta scendendo in campo per trasferire le proprie conoscenze e accrescere il capitale umano a disposizione del nostro Paese.
Le imprese giocano un ruolo cruciale in questa partita, e siamo contenti che delle realtà di spicco come quelle presenti oggi qui, e non solo loro, abbiano deciso di accompagnarci in questo percorso. Importante sottolineare come Push To Open, che nasce come iniziativa di welfare aziendale per i dipendenti delle aziende coinvolte, sia diventato un programma accessibile a tutti i ragazzi d’Italia grazie alle aziende che sponsorizzano l’iniziativa Adotta una classe. Un segno di come welfare aziendale e responsabilità sociale d’impresa vadano letti in soluzione di continuità”.
Durante il convegno sono stati presentati, inoltre, i risultati dell’Osservatorio “Universo 18”, un osservatorio sulla visione del presente e del futuro che hanno i diplomandi in procinto di scegliere il proprio percorso formativo e professionale.
È stato chiesto a 1500 ragazzi di condividere dubbi, sogni e aspettative sul proprio futuro attraverso un sondaggio. Dalle risposte sono emersi numerosi spunti. Per esempio, molti ragazzi faticano a raccontare in modo efficace e valorizzare le proprie esperienze extra curriculari, non sono abituati a farlo a scuola, ma quando ci provano possono essere creativi e originali. Spesso confondono la passione e il progetto professionale, ma di contro sperimentano, amano essere coinvolti e sanno arrivare a soluzioni creative, anche senza avere le competenze specialistiche/di mestiere. Al Nord i ragazzi hanno un maggior spirito imprenditoriale, pensieri chiari, maggior tecnica. Al Centro ed al Sud fanno più fatica ad avere un reale progetto ma sono vivaci e grati di ricevere strumenti ed attenzione.
ALCUNE RISPOSTE DEI RAGAZZI
Nella scelta del primo impiego, cosa sarà molto importante? Il 24% degli intervistati afferma che la possibilità di ricevere formazione è il fattore determinante della scelta del primo impiego.
Qual è, secondo te, il fattore principale che aumenta la probabilità di essere NEET? Il 62% ritiene che il fattore principale ad aumentare la possibilità di essere NEET è il basso livello d’istruzione.
Da cosa è determinato, secondo te, il fenomeno NEET? Il 50% pensa che il fenomeno NEET sia dovuto alla crisi economica, che ha ridotto le assunzioni dei giovani, seppur in possesso delle giuste competenze.
La validità dell’alternanza scuola-lavoro, e di progetti come Push To Open, è stata ribadita durante il convegno anche da Oscar Pasquali, Capo Segreteria Tecnica Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca: “L’alternanza scuola-lavoro curriculare rappresenta una novità importante per la scuola in quanto dà al lavoro la dignità di didattica. Permette agli studenti di consolidare conoscenze, acquisire nuove competenze e fare delle esperienze che permettono loro di conoscersi meglio e di orientare il proprio percorso di crescita come persone, studenti e futuri lavoratori. Progetti come Push To Open sono utili perché mostrano che cos’è l’alternanza scuola-lavoro e come si fa, diventano degli esempi che dimostrano che l’alternanza non solo si può fare, ma si può fare bene”.