Orientamento, come scegliere le scuole superiori. L’esperto: “Non è utile proiettare su di loro le nostre ambizioni. Dire al figlio che deve per forza fare il liceo scientifico perché io (genitore) non ho avuto modo di farlo è un errore”
La scelta della scuola superiore rappresenta un momento cruciale nella vita di un adolescente. A tredici anni, l’incertezza è palpabile, e la pressione da parte di genitori e insegnanti può amplificare l’ansia.
Luigi Ballerini, intervistato da La Gazzetta di Reggio, dopo la presentazione del suo libro, invita alla calma: “È fondamentale sapere che il ragazzo non è quello o quella che inizierà a settembre le superiori, perché è un’età di cambiamento. La scelta della scuola non è, e non può essere, una scelta esatta, ma è per approssimazione”. L’autore smonta il mito della decisione definitiva, evidenziando la fluidità di questo periodo della vita e la possibilità di riorientamento. Non si tratta di trovare la scuola “giusta”, ma quella più adatta alle inclinazioni e alle capacità individuali.
Ascoltare i ragazzi, guidare senza imporre
Ballerini rivolge un appello ai genitori: “Accompagnare i figli guardandoli per quello che sono. Non è utile proiettare su di loro le nostre ambizioni. Dire al figlio che deve per forza fare il liceo scientifico perché io (genitore) non ho avuto modo di farlo è un errore”.
L’autore sottolinea l’importanza del dialogo e dell’osservazione, invitando a considerare gli interessi e le attitudini del ragazzo, piuttosto che le aspettative genitoriali.
Anche ai professori, Ballerini ricorda il ruolo cruciale del consiglio orientativo, che deve tenere conto di tutti gli aspetti della personalità dello studente, valutando le sue attitudini verso studi applicativi o teorici.
Infine, un monito ai ragazzi: “Non farsi spaventare dalla fatica e di non pensare che ci siano scuole dove si studia di più o di meno. In realtà si studia in modo diverso. Siate seri in questi mesi delle medie per capire quali materie fanno più al caso vostro”. La scelta, dunque, non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza, un’opportunità di crescita e di scoperta di sé.