Organici. Giannino: Governo irresponsabile, troppe le immissioni in ruolo rispetto alla curva di denatalità
Sul Quotidiano di Puglia, c’è un articolo a firma Oscar Giannino, che affronta il problema delle immissioni in ruolo rispetto alla situazione demografica.
In poche parole, l’autore critica il fatto che il Governo stia pensando più a come stabilizzare i precari che a valutare se la cosa sia davvero necessaria, considerato che il numero degli studenti sta calando anno dopo anno causa la denalità.
A questo proposito porta l’esempio della Campania, dove, gli insegnanti di ruolo sono 86.560 quest’anno, rispetto agli 83.367 dell’anno scorso, mentre gli studenti “nell’anno scolastico 2015-16 in Campania erano 920.964. L’anno scorso erano scesi di 12mila unità, a 909.010. E nell’anno scolastico che inizia tra pochi giorni il loro numero in Campania scende ulteriormente di oltre 13 mia unità, a quota 895.314. Mentre gli studenti scendono in 2 anni di 25 mila unità, i docenti aumentano a migliaia. In un solo anno, la Campania passerà da 10,9 ragazzi per ogni insegnante, a 10,3″.
Giannino fa anche un confronto con altri Paesi Europei e scrive:”Nel 2014 – prima dei 170mila nuovi messi in ruolo – nella scuola primaria e secondaria italiana il rapporto alunni/insegnanti era di 12 a 1, rispetto a una media europea di 14 a 1. In Francia il rapporto era 19 a 1 nella primaria, e 13 a 1 nella secondaria. In Germania 15 a 1 nella primaria, 13 a 1 nella secondaria. Nel Regno Unito, 20 a 1 nella primaria e 16 a 1 nella secondaria. L’anno scorso, dopo le prime due ondate di stabilizzazioni, nella primaria italiana il rapporto alunni/insegnanti è sceso a 9,75 a 1; e nella secondaria 9,83 a 1. Nell’anno scolastico che inizia tra poco scenderà ancora, per effetto della terza ondata di neodocenti di ruolo: come testimoniano i numeri della Campania, di poco sopra la media nazionale perché la demografia regionale è comunque in discesa ma meno che al Nord.”
Giannino accusa quindi il Governo di “pensare alla scuola solo per chi ci lavora. Un’ennesima dimostrazione della follia politica italiana. Che per decenni pratica soluzioni sbagliate e, nel caso del precariato di massa, oscene. E quando è costretta a porvi riparo, finisce per dover assumere decisioni che fanno a pugni sia con le curve demografiche sia con la vera necessità inaffrontata della scuola italiana: riservare, finalmente, attenzione a ciò che i ragazzi studiano, in vista di un lavoro domani che altrimenti sarà, proprio per le mancanze dell’offerta formativa pubblica, ancora più problematico e ritardato nel tempo”.