Organici adeguati, didattica innovativa e il riconoscimento del middle mangement: i presidi ANP guardano al futuro post-pandemia
I dirigenti scolastici dell’associazione nazionale presidi tracciano un bilancio degli ultimi due anni di scuola in piena pandemia ma evidenziano i temi sui quali puntare nei prossimi anni: e se sugli organici e sulla formazione del personale si sono da sempre esposti con frequenza, adesso l’associazione dei presidi punta anche sul middle management.
Il Consiglio Nazionale dell’ANP, infatti, ha redatto un documento in cui sono presenti diversi spunti per quanto riguarda la scuola.
Per quanto concerne gli ultimi due anni, secondo i dirigenti scolastici “la scuola, nel suo complesso, ha sostenuto a testa alta l’impatto della crisi pandemica, anche se è stata spesso costretta a sobbarcarsi adempimenti spettanti ad altri soggetti; anche se è stata chiamata ad applicare misure – talora molto poco attuabili – adottate da un decisore politico che si è rivelato distante dalla scuola reale e non sempre consapevoledel suo effettivo funzionamento; anche se la sua funzione sociale è stata fortemente ridisegnata dagli eventi“.
La scuola, ancora, “ha tenuto, nonostante le inefficacie e le disarmonie del sistema Paese, unicamente grazie all’abnegazione e al senso delle istituzioni dei suoi lavoratori: dirigenti scolastici, docenti, personale ATA. Per i sacrifici fatti, queste persone meritano oggi non solo la riconoscenza della collettività ma, soprattutto, migliori condizioni di lavoro e trattamenti retributivi armonizzati con quelli delle analoghe figure professionali”.
Ma è chiaro che l’ANP punta a convogliare le esperienze fatte questi ultimi anni per costruire un nuovo corso di scuola.
“Gli organici, già in tempi di ordinaria amministrazione, risultavano inadeguati nella consistenza e, talora, privi di idonee competenze. La governance delle istituzioni scolastiche è viziata da anacronismi e nostalgie preautonomistiche risalenti a quasi mezzo secolo addietro: vanno eliminate tutte le indebite interferenze tra le competenze dirigenziali e quelle collegiali“, si legge sul documento.
I dirigenti scolastici puntano sul middle management, ovvero le tante figure afferenti allo staff della dirigenza. I presidi ricordano che “nella scuola esiste già di fatto ed è prezioso ma non è contrattualmente riconosciuto“.
Al momento, ricordiamo, sull’atto di indirizzo del Ministero dell’Istruzione concernente il rinnovo contrattuale del personale scolastico non si fa esplicita menzione di tale novità.
E ancora: “Il salario accessorio deve essere non solo incrementato, ma effettivamente finalizzato per compensare chi lavora di più e, soprattutto, chi lavora meglio“, prosegue il documento ANP.
Altri temi centrali sono la formazione del personale, che “non può ridursi a un ‘pacchetto di ore’, da consumare col minor fastidio possibile“.
A proposito di contratto, questo ” non può essere il fanalino di coda della tornata negoziale“.
Poi, secondo ANP, “occorre ribaltare la realtà di una didattica obsoleta intervenendo in chiave innovativa su ordinamenti e offerta formativa“.
“È decisivo, fanno notare i presidi, che i dirigenti scolastici siano presenti ai tavoli in cui si prendono decisioni e siano ascoltati: non vogliamo cogestire, ma contribuire all’efficacia e all’attuabilità dei provvedimenti. Per superare questa serie di criticità occorre certamente investire risorse ma anche riconoscere che esse, da sole, non sono sufficienti“.