Ordine: “Gli insegnanti devono conoscere la propria disciplina e amarla. Precari a 50 anni? Assurdo, non c’è serenità per far lezione”
“Il compito della scuola non è formare polli in batteria, ma eretici. Quando dico così parlo nel senso etimologico del termine, dunque nel senso che posso essere controcorrente”.
Così, senza tanti giri di parole, il docente, scrittore e accademico presso l’Università della Calabria, Nuccio Ordine, durante la sua lezione al Congresso della Uil Scuola.
“Far leggere i classici dovrebbe essere il compito delle scuole e delle università, – continua il docente – ma sempre più i programmi sono verso la lettura di strumenti che parlano dei classici senza aver letto i classici. La maniera migliore per far amare i classici è farli leggere. Non basta sapere leggere il PIL, come diceva Bob Kennedy”.
Poi sugli insegnanti: “Come pensate che sia possibile che un precario a 50 anni possa salire in cattedra e dia il meglio di sé con la situazione di totale instabilità? Normale che questo accade. L’ope legis, però, non va bene. Ci sono, infatti, tra tanti colleghi bravi quelli che non lo sanno fare, che non lavorano bene. Le regole del reclutamento devono essere chiare. Un concorso a intervelli precisi, provi tre volte, alla quarta cambi mestiere. Lo sai, però, a 26 anni che non fai il professore, non a 50 anni. Vivere il precariato alla soglia della pensione è assurdo”.
Alla fine l’affondo: “L’insegnamento non è un mestiere, ma una vocazione. Non posso entrare in classe con il pensiero che devo portare a casa uno stipendio. L’insegnante è come il medico, sono due i pilastri della nostra società civile, la salute e l’istruzione. Lasciate perdere i vari soloni dei corsi professionali, se si vuole essere un bravo insegnante occorre conoscere la propria disciplina e amarla”.