Ore lavorative docenti, anche per il Miur sono 18. E il lavoro “dietro le quinte”? Lettera

Inviato da Prof.ssa Eva Battiloro – In questi giorni si parla tanto di rivalutare la professione del docente e di dargli la giusta dignità. Credo che il primo che manchi di rispetto ai docenti è proprio il Ministero della Pubblica Istruzione quando afferma che le ore lavorative settimanali di un docente sono 18.
Rimane per me un mistero perché debbano essere valutate solo le ore frontali con gli studenti. Chiunque conosca la didattica sa che, per un insegnante serio e responsabile, dietro ogni ora di lezione in classe ce ne è ALMENO un’altra “dietro le quinte”.
La preparazione del contenuto, la scelta del tipo di lezione (che varia a seconda del tipo di classe che si ha di fronte), l’aggiornamento sull’argomento da svolgere, gli strumenti didattici da utilizzare (laboratorio, strumenti multimediali, videoproiezione…), l’allestimento dei compiti in classe e soprattutto la loro correzione portano via sempre molto più tempo della lezione stessa. Senza contare le numerose ore di consigli, collegi, riunioni per organizzare progetti, CLIL, PON e quant’altro che sono sotto gli occhi di tutti. Diciotto ore?!? La punta dell’iceberg!!! Nessuno si sognerebbe di ridurre il lavoro di un attore o di un atleta alle mere ore di recitazione o della performance sportiva. Così come noi docenti sappiamo che ciò che scaturisce da una semplice verifica di ogni ragazzo è il risultato anche delle ore di applicazione domestica. Ma per i docenti sembra che il discorso cambi!
Ciò che più impressiona e ferisce è che questo grossolano e offensivo errore venga compiuto proprio da chi ci si aspetta che conosca meglio il nostro lavoro: il MIUR.
Questo è il principale modo per svilire e umiliare la nostra professione oltre che per dimostrare incompetenza nel valutarla. E ciò porta alla indifferenza verso il progresso culturale del paese. E qui si trova anche il motivo per cui gli insegnanti europei hanno tutti retribuzioni maggiori di quelli italiani. Perché viene loro riconosciuto (e molto!) il lavoro fuori della classe. È ora che il Ministero dell’Istruzione si ammoderni e non rimanga provinciale e sclerotizzato su una didattica vetusta! Se i responsabili non sono in grado di valutare le ore “extraclasse” dovranno ingegnarsi a trovare il modo per farlo, magari “copiando” da chi è più aggiornato: negli altri paesi il lavoro del prof non è “nascosto” perché i docenti vengono forniti di un ufficio dove si svolge tutto il lavoro pomeridiano e dove vengono forniti loro PC, cancelleria, fotocopiatrice, libri e quant’altro e non si può dire loro impunemente che lavorano SOLO 18 ore!