Orario docenti fino a 36 ore settimanali, scuole aperte di sera e d’estate. Stipendi fino a 3mila euro, ma decideranno i Presidi. Addio a supplenze brevi?

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red – Si delinea ulteriormente il piano dell’attuale Governo sull’orario lavorativo, la "valorizzazione della classe docente" e la proposta per il nuovo contratto. Gli scatti stipendiali non saranno toccati, ma saranno i Dirigenti a decidere a chi dare di più.

red – Si delinea ulteriormente il piano dell’attuale Governo sull’orario lavorativo, la "valorizzazione della classe docente" e la proposta per il nuovo contratto. Gli scatti stipendiali non saranno toccati, ma saranno i Dirigenti a decidere a chi dare di più.

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UIL. Docenti non sono sudditiM5S. Affidiamo le ore ai precari – M5S. Altri tagli – GILDA. Contrattazione o sciopero – ANIEF. Contrari – CISL. Consultazione non sia burla – FLCGIL. Tagli lineari – SNALS. Improvvisazione

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Orario lavorativo

Oggi su Repubblica.it troviamo la conferma di quanto anticipato da OrizzonteScuola.it, ma con una novità, i docenti potranno lavorare fino a 36 ore a settimana. Soglia che è valida per le insegnanti dell’infanzia e della primaria, mentre per scuola secondaria di I e II grado il tetto sarà inferiore.

Si prefigura, dunque, una rivoluzione per quanto riguarda l’apertura delle scuole, per la quale in Governo punta ad un orario che copra gran parte della giornata, addirittura fino alle 22, e che resti aperta anche nel periodo estivo, agosto escluso.

Probabilmente si partirà con una versione soft, con l’apertura fino a metà pomeriggio e fino a fine Giugno, per poter fornire alle famiglie servizi di recupero ed attività extracurriculari, come già anticipato dalla nostra redazione.

Scuola baby sitter?

Quali attività riguarderanno gli orari in più rispetto alle attività curriculari? Sicuramente attività di recupero per  gli alunni in difficoltà, ma anche laboratori, attività di potenziamento per gli alunni più capaci e servizi per il territorio Una scuola che dialogherà con la città, offrendo anche attività non strettamente legate all’attività educativa dei giovani in età scolare.

Si apre un nuovo modo di pensare la scuola, ma la scelta se trasformarla in un doposcuola-babysitter che copra le esigenze della famiglia, o in organismo che dialoga col territorio fornendo servizi ai cittadini, dipenderà dalle scuole stesse.

Più incarichi, più soldi

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Chi vorrà guadagnare di più dovrà lavorare di più ed assumersi incarichi di responsabilità. Saranno, inoltre, come anticipato da OrizzonteScuola.it, premiate le competenze specifiche, a partire da attività specializzate con particolare attenzione per l’ambito informatico.

Addio a supplenze brevi?

Con 24 o 36 ore settimanali i docenti potranno svolgere anche le supplenze brevi all’interno dell’istituto, con danno per i precari che vedranno azzerata la possibilità di supplenze di pochi giorni o poche settimane.




Chi deciderà gli aumenti degli stipendi?

Saranno i Dirigenti scolastici per i quali aumenteranno le responsabilità. Infatti, lo stipendio sarà legato alle performance delle scuole in base al sistema di valutazione che vedrà al centro l’Invalsi e che vedrà la luce a partire da settembre 2014.

Sulla faccenda è intervenuto ieri il presidente dell’ANP (Associazione Nazionale Presidi), Girogio Rembado, che, in un editoriale pubblicato da Italia Oggi (pg. 37), ha criticato fortemente questo sistema.

Infatti, afferma Rembado, così si lega lo stipendio ai risultati di apprendimento degli alunni e altri fattori che dipendono da scelte che non controlla direttamente il Dirigente scolastico, ma gli organi collegiali.

Salvi gli scatti stipendiali. E le risorse?

La buona notizia, fornita da Repubblica.it, è che gli scatti stipendiali non saranno toccati. Il nuovo sistema che potrà portare anche ad un aumento di stipendio fino al 30% in più rispetto allo stipendio di base, costerà alle casse dello stato una cifra ancora indefinita. Dove saranno recuperati i fondi?

Qui entrerà in scena il Ministro dell’Economia che dovrà stanziare più soldi per l’istruzione, ma che chiederà anche dei sacrifici allo stesso MIUR. Sicuramente tagli, magari spese inutili, per non parlare delle supplenze risparmiate, che oggi contano un esborso non indifferente.

Tempi

Come già anticipato dalla nostra redazione, sarà luglio il "mese caldo" per la scuola, quando il nuovo piano verrà presentato sia al pubblico che ai sindacati.

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