Ora di religione a scuola, dati stabili: il 16% degli studenti non si avvale dell’insegnamento. I dati divisi per aree geografiche

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L’IRC (Insegnamento della Religione Cattolica) rappresenta una scelta predominante nella scuola italiana. La CEI, con il supporto delle Diocesi, evidenzia un’adesione complessiva dell’84,05%, sebbene si registri un lieve calo dello 0,39% rispetto all’anno precedente.

Orazio Ruscica, presidente nazionale del sindacato Snadir, a Fanpage, analizza il trend decrescente degli studenti che frequentano l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole. Tale fenomeno è stato definito da Ruscica come “strutturale” e non meramente occasionale.

Ruscica ha valutato questo calo come “lieve e fisiologico”, sostenendo che non influisce significativamente sul numero generale degli studenti. In Italia, quasi sette milioni di studenti scelgono di seguire questa materia, una cifra che secondo Ruscica testimonia il valore culturale e l’apprezzamento dello studente per il lavoro svolto dai docenti di religione.

Nonostante il calo sia superiore al 10% dal 1998 ad oggi, Ruscica lo considera un fenomeno naturale, dovuto alla libertà di scelta degli studenti e all’aumento della popolazione immigrata di altre religioni, specialmente nelle zone più industrializzate dell’Italia. Un trend di calo che varia significativamente da regione a regione, con numeri costanti in alcune aree come Milano.

L’Unione Atei Agnostici Razionalisti (UAAR) esprime soddisfazione per questo trend, interpretandolo come un segno di disaffezione verso la religione cattolica. Ruscica, tuttavia, invita l’UAAR a considerare l’importanza dell’insegnamento del fenomeno religioso nella società e a promuovere alternative valide per gli studenti che non scelgono l’insegnamento della religione cattolica.

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