Operatore scolastico ATA, il Ministero propone organico di 1.300 posti o 60mila passaggi con mobilità verticale
Si è da poco conclusa la riunione al Ministero sulla mobilità verticale ATA attesa per i collaboratori scolastici, dopo la prima fase che ha riguardato il passaggio di area dei DSGA facenti funzione. Con la mobilità verticale ATA verrà attivato il nuovo profilo dell’operatore scolastico introdotto con il CCNL 2019-21.
Il Ministero ha proposto alle Organizzazioni sindacali la progressione di circa 60 mila unità dal profilo di collaboratore a quello di operatore scolastico o in alternativa l’attivazione di un organico aggiuntivo di circa 1300 unità nel profilo di operatore scolastico.
Il Capo di Gabinetto ha invitato i Sindacati a riaggiornarsi dopo un necessario passaggio politico.
Requisiti mobilità verticale
I passaggi da collaboratori a operatori avranno decorrenza dal 1° settembre 2025.
Possono partecipare alla progressione di area da collaboratori a operatori, i collaboratori scolastici che siano in possesso dei seguenti requisiti:
- attestato di qualifica professionale richiesto per l’accesso dall’esterno e almeno 5 anni di esperienza maturata nell’area dei collaboratori e/o nell’equivalente area del precedente sistema di classificazione
oppure
- diploma di scuola secondaria di primo grado e almeno 10 anni di esperienza di esperienza maturata nell’area dei collaboratori e/o nell’equivalente area del precedente sistema di classificazione
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La posizione dei Sindacati
Anief ha sottolineato la necessità di attivare un organico aggiuntivo ben più consistente, per il quale il sindacato si sta battendo anche nelle sedi parlamentari, non solo per il profilo di collaboratore, ma anche per un organico di funzionari che sia raddoppiato rispetto a quello attuale viste le continue vessazioni catapultate sulle segreterie scolastiche ed i funzionari EQ.
“Istituire il maggior numero di progressioni è la scelta migliore così da coinvolgere oltre metà dei collaboratori” scrive la Flc Cgil. “Per quanto riguarda i 37 milioni di euro stanziati dalla legge di bilancio 2022, destinati alla riforma degli ordinamenti, sarebbe auspicabile recuperare le risorse non utilizzate nel 2022 e nel 2023, assicurando che quelle per il 2024 e 2025 vengano interamente utilizzate a beneficio dei lavoratori” conclude.
La CISL Scuola ha proposto un supplemento di riflessione sul numero di progressioni all’area degli operatori, suggerendo di prendere a riferimento il numero dei plessi scolastici (di poco superiore a 40.000). “In caso diverso – afferma il Sindacato – sarebbe necessario individuare un criterio oggettivo con il quale attribuire il nuovo organico alle varie scuole”. La CISL ha chiesto infine “un’attenta valutazione dell’impatto che l’attivazione delle 60.000 figure di operatori, come proposto dall’Amministrazione, potrebbe avere sugli organici dei collaboratori scolastici”.