Ogni giorno pane e salumi a mensa scolastica, la protesta dei genitori: “Non è un’alimentazione sana”

A Palermo, in una scuola elementare, è in corso una protesta che riguarda la mensa scolastica: non solo le famiglie e gli alunni hanno dovuto attendere il 4 novembre per l’avvio del servizio ma praticamente ogni giorno ai bambini vengono portati come pasto un panino con dei salumi a causa di un problema dei locali riservati alla mensa.
“Sono il papà di una bimba di 6 anni – scrive un papà a PalermoToday – che frequenta la classe prima a tempo pieno. Il 4 novembre è partito il servizio di refezione scolastica: il menù prevedeva un pasto caldo, quindi pasta e un secondo, tale servizio è durato soltanto 2 giorni perché magicamente si sono accorti che i locali destinati al consumo dei pasti non possono essere utilizzati perché manca qualche autorizzazione da parte del Comune. Quindi – prosegue il genitore – cambio programma: visto che i bimbi mangeranno in classe avranno distribuito per tutta la settimana pane con salumi, un giorno prosciutto, un giorno fesa, un giorno perfino cioccolato, a detta loro cibo sano e nutriente. Chiediamo o di fare uscire alle 14 i bambini o poter provvedere noi stessi al pranzo bloccando il servizio di refezione fino a quando i locali adibiti saranno in regola“.
Anche la dirigente scolastica interviene: “Le decisioni le prende il Comune, i lavori iniziati durante lo scorso anno scolastico sono stati abbastanza celeri ma si è resa necessaria una perizia di variante. Sosterrò sempre i genitori in ogni loro istanza come ho sempre fatto, ma non posso diminuire il monte di 40 ore settimanali previsto per il tempo pieno della scuola primaria né fare entrare pasti caldi che non facciano parte dell’appalto del Comune“.
Intanto le proteste dei genitori sono arrivati all’aula consiliare del capoluogo siciliano, con una interrogazione all’amministrazione in cui vengono poste in evidenza “segnalazioni di genitori e insegnanti descrivono gravi criticità, tra cui ritardi nella distribuzione, pasti serviti a temperature errate, menu sbilanciati e la totale assenza di personale sufficiente per assistere i bambini, compromettendo un momento educativo fondamentale nella vita scolastica“.
La consigliera portavoce delle problematiche, sostiene inoltre che “l’azienda appaltatrice non sembra rispettare né gli standard qualitativi né i requisiti previsti dal contratto” e che “l’amministrazione, invece di assumersi le sue responsabilità, le scarica sulle scuole, un atteggiamento che viola quanto previsto dalla legge“.