Oggi la prova del concorso scuola, io non andrò. Lettera
inviata da Paola Albano – Scrivo alla redazione per far sentire la mia voce e, credo, quella di molti altri precari come me. Ho 2 lauree, abilitazione al sostegno, 24 cfu, 96 crediti per abilitazione all’insegnamento di diritto ed economia, corsi di formazione, vari master, conosco e parlo un inglese che va oltre quello scolastico, a detta di colleghi e alunni sono una brava insegnante.
Eppure lunedì 11 dovrei andare a sostenere una preselettiva, a 3 ore di distanza da casa mia. Dico dovrei, perché ho deciso di non andare, di non cedere a queste logiche e magari, continuare per sempre da precaria, vivendo il malcontento di famiglie che, ogni volta, a fine anno, minacciano azioni legali contro l’Ufficio Scolastico regionale, pur di farmi tornare l’anno seguente.
Questo concorso è una farsa per noi precari storici.
Come sempre, ho sperato in una protesta comune, una sorta di secessione dell’Aventino, che ci avrebbe permesso di fare valere le nostre ragioni. Invece, come in tutte le guerre tra poveri, la settimana prossima inizierà la transumanza delle pecore da macello, non solo per la prova, ma anche perché i pochi vincitori saranno sballottati lontani da casa.
Mi dispiace che l’ennesimo governo abbia preso l’ennesima stupida decisione. Inviterei le alte sfere a venire nelle scuole e a valutare quanto esse riescano ad andare avanti grazie al lavoro dei precari, che per avere un contratto a tempo indeterminato devono però essere ancora valutati. Grazie per lo sfogo.