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Occupazione IsArt Bologna: quando il divertimento di alcuni lede il diritto di tutti

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L’occupazione di una scuola porta sempre a ledere i diritti di qualche studente che, magari, non era d’accordo con la protesta.

Alle volte si tende a generalizzare pensando agli studenti come ad un corpo unico, ma non sempre le decisioni vengono prese in modo compatto e non sempre rispecchiano il diritto di tutti. E’ quello che è successo durante l’occupazione del Liceo Artistico F. Arcangeli di Bologna che, a due giorni dall’autogestione, è stato occupato da parte degli studenti che hanno motivato la protesta tramite un manifesto.

A tal proposito ci ha scritto, come portavoce di tutti coloro che non hanno partecipato all’occupazione, uno studente dell’IsArt per chiederci un pò di visibilità. E abbiamo deciso di pubblicare la sua mail.

Alla c.a. della Preside dell’istuto F.Arcangeli e alla consulenza di OrizzonteScuola.it.

In questi ultimi giorni sono rimasto abbastanza amareggiato da ciò che sta succedendo nel nostro istituto.Difatti all’occupazione molti studenti hanno aderito all’iniziativa… ma questo, certamente, come potete immaginare non significa che sia un qualcosa che tutti volevano.
Per questa occupazione, organizzata dal collettivo, è stato realizzato anche un manifesto, che allegherò a fine mail, che doveva dare le “motivazioni” di rivolta. Tuttavia, queste motivazioni si sono rivelate abbastanza deludenti, suddivise in 8 punti generici che non rispecchiano i veri problemi della scuola. Non mi soffermerò ad analizzare il manifesto punto per punto con voi per vari motivi:
La Preside sicuramente ne sarà già a conoscenza, e immagino che voi di OrizzonteScuola.it preferiate leggervi il manifesto per poter argomentare meglio. Basti immaginare che il primo punto, di questo manifesto, chiede, in sostanza, una scuola non meritocratica. Finché si parla di una scuola che non metta ansia e non stressi l’alunno con voti e valutazioni, potremmo anche essere d’accordo. E c’è da dire che l’IsArt si sta muovendo in tal senso prevedendo un eventuale sezione sperimentale senza valutazioni. Ma parlare di una scuola che non si basi sulla meritocrazia è pura follia.
E dunque, quali sono le motivazioni dietro questa mail?

Tra i destinatari di questa mail c’è anche la presidenza della mia scuola, il motivo è che voglio chiedere, a nome mio e di tutti coloro che non hanno partecipato a questa sciocca manifestazione di non essere accomunati a coloro che hanno occupato abusivamente e illegalmente gli edifici della scuola senza un reale motivo di protesta. Sono a conoscenza degli sforzi della Preside per superare questa situazione difficile, difatti, l’altro destinatario della mail siete voi di OrizzonteScuola.it, a cui chiedo cortesemente di dedicarci sul vostro prezioso sito un pò di spazio, al fine di far sapere che non sempre tutti gli studenti sono uguali, in questo caso specifico, noi studenti non partecipanti all’occupazione chiediamo il nostro diritto allo studio e all’ autogestione che doveva iniziare Giovedì 20 Aprile e che non ha potuto avere luogo poiché, alcune persone, 2 giorni prima hanno deciso di occupare.
E per una volta noi studenti non andiamo contro la scuola, ma andiamo contro altri studenti. Perché è stato proprio il divertimento, alla fine, di altri studenti a negare il nostro possibile divertimento e il nostro diritto di istruzione.

Ps. chiedo scusa alla direzione di Orizzontescuola.it per aver utilizzato l’email di consulenza fiscale però ho visto che era la più attiva e spero questo non vi rechi problemi.

I diritti di tutti gli studenti

Quello che questo giovane studente cerca di comunicarci con la sua mail è abbastanza chiaro. Quando c’è un’occupazione di un istituto scolastico si tende a pensare a un corpo studentesco unito e compatto che lotta per raggiungere qualche diritto che gli viene negato.

Ma abbiamo letto il manifesto con cui è stata motivata la protesta e chiedere una scuola non meritocratica sembra essere quasi solo un pretesto per potersi sfogare e divertire dopo due anni di lockdown e privazioni che i giovani hanno sicuramente patito. Così come chiedere che i crediti scolastici non vengano elargiti solo a coloro che fanno “da galoppini” ai professori.

Ma bisogna pensare anche che le preoccupazioni maggiori, durante un’occupazione, sono quelle relative agli eventuali danni che gli studenti possano arrecare alla scuola stessa. E in un liceo artistico i luoghi in cui fare gravi danni sono molti, come ad esempio laboratori, forni,  ma anche opere stesse (uniche) realizzate dagli studenti ed esposte nella scuola. Danni che eventualmente gli studenti o le loro famiglie potrebbero anche essere chiamati a pagare. O che la scuola potrebbe dover pagare, magari, con fondi destinati ad altri progetti.

L’occupazione è iniziata il 18 aprile nel pomeriggio, ma il 20 mattina gli studenti avevano in programma di iniziare 3 giorni di autogestione. Iniziativa che aspettavano con ansia. E che ora molti di loro, quelli che non hanno voluto, come scrive lo studente, “occupare illegalmente la scuola”, vedono come un’occasione perduta per potersi divertire o dare sfogo alla propria creatività, proprio per colpa di chi ha voluto procedere con un’occupazione  negli stessi giorni.

Occupazione che, si presume, si sia esaurita in parte durante il pomeriggio di sabato (che guarda caso ha visto Bologna riempirsi di giovani per lo Street rave parade) nel fine settimana che precede il ponte del 25 aprile.

E’ giusto fare di tutta l’erba un fascio? Sicuramente no, ma come si può sapere con certezza quali studenti hanno partecipato all’occupazione e quali no?

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