Obiettivo UE su scuole dell’infanzia: Italia all’11° posto su 27 paesi

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Nel 2022, il 92,7% dei bambini tra i 3 e i 5 anni ha frequentato la scuola dell’infanzia, un aumento rispetto al 2021. Tuttavia, i livelli pre-pandemici non sono stati ancora raggiunti, richiedendo uno sforzo aggiuntivo per raggiungere il nuovo obiettivo UE del 96% entro il 2030. La pandemia ha avuto un impatto significativo sulla partecipazione all’istruzione prescolare in Italia. Nonostante un miglioramento nel 2022, è necessario un ulteriore impegno per raggiungere il nuovo obiettivo UE del 96%. L’analisi delle disparità interne e della posizione dell’Italia nel contesto europeo sarà cruciale per guidare le future politiche educative.

Durante la pandemia, la partecipazione alla scuola dell’infanzia è diminuita di quasi 4 punti percentuali, scendendo dal 94,8% del 2019 al 91% nel 2021. Questo calo è stato significativo, poiché la frequenza scolastica in questa fascia d’età non è obbligatoria in Italia.

Confronto con la media europea

Anche la media europea ha registrato una diminuzione, sebbene meno marcata, passando dal 92,9% al 92,5% nello stesso periodo. Nel 2022, la media italiana è risalita al 92,7%, un segnale positivo, ma ancora lontano dai livelli pre-pandemici e dal nuovo obiettivo UE.

Obiettivo UE e posizione dell’Italia

Nel febbraio 2021, l’Unione Europea ha aggiornato l’obiettivo di partecipazione all’educazione per i bambini tra i 3 e i 5 anni, elevandolo dal 90% al 96% entro il 2030. Attualmente, l’Italia si trova all’11° posto su 27 paesi UE, rispetto al 7° posto del 2019.

Disparità regionali

Catania emerge come il capoluogo con la maggiore percentuale di residenti tra i 3 e i 5 anni (2,7%), mentre a Carbonia questa percentuale è inferiore all’1,5%. Queste disparità regionali riflettono le diverse realtà demografiche e la necessità di interventi mirati per migliorare l’accesso all’istruzione prescolare.

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