Obiettivo: far ripartire la scuola. E farla ripartire per tutti, nessuno escluso

contributo di Sr Anna Monia Alfieri, paladina della libertà di scelta educativa e del pluralismo scolastico – A un anno esatto dal primo lockdown, occorre fare il punto della situazione. La curva dei contagi si impenna, complice la variante inglese, e la soluzione più ovvia appare la chiusura delle scuole. Così torna la DAD per 6 milioni di studenti in diverse parti d’Italia: dopo i fratelli maggiori, tocca ora anche agli alunni più giovani, della Primaria e della Secondaria di 1° grado, tornare a studiare attraverso lo schermo di un computer. Con l’aggravante, purtroppo, di una scuola che riparte a macchia di leopardo, come era stato ampiamente previsto e argomentato, anche dalle pagine di questa autorevole rivista.
A un anno dall’inizio della pandemia, quindi, sembra che nulla sia mutato, nonostante il cambio di Governo e Ministro, ma la situazione rimane sempre la stessa, direbbe qualcuno. E invece, qualcosa di fondamentale è cambiato.
1. L’approccio alla realtà e alle soluzioni dei problemi, infatti, non è più fondato sul consenso social: la politica ha cambiato registro, perché ha compreso che un suo errore le sarebbe, a questo punto, fatale.
2. I primi passaggi concreti che sono stati fatti, da 10 giorni a questa parte, nell’ambito dell’istruzione, confermano che è dato certo e condiviso a tutti i livelli che la scuola in Italia non ha chiuso a causa del
Covid, bensì perché quest’ultimo ha esasperato problemi che già da tempo affliggevano il sistema scolastico: sovraffollamento di aule e mezzi di trasporto, carenza di organico, povertà educativa, dispersione scolastica, crescente divario tra Nord e Sud. E’ stata chiara la necessità di affrontarli subito, questi problemi, andando alle radici: il sovra-utilizzo delle scuole statali e il sotto-utilizzo delle paritarie: uno squilibrio nel cuore del sistema integrato, costituito da scuole pubbliche statali e scuole pubbliche paritarie.
E’ quindi impellente intervenire per contrastare la povertà educativa e la dispersione scolastica, conseguenti a questo squilibrio, affinchè la scuola dell’a.s. 2021/2022 riparta per tutti, nessuno escluso, unico obiettivo possibile ma anche traguardo necessario per scongiurare la deprivazione culturale, anticamera della povertà assoluta e del radicamento della malavita organizzata nelle cellule vive della Nazione, i suoi giovani. Mai nella storia della scuola pubblica italiana, dall’Unità in poi, si è presentato un pericolo così grave. Neppure durante la Seconda Guerra Mondiale la scuola pubblica italiana ha vissuto un dramma simile.
In estrema sintesi i passi concreti a 10 giorni dalla nuova squadra di Governo di unità nazionale:
1. Approccio SISTEMICO: è chiara la volontà del Ministro Bianchi di intervenire in concertazione con CTS, Stato e Regioni per prendere decisioni comuni, superando le visioni parziali e con l’obiettivo di far finalmente ripartire la scuola per tutti nell’anno scolastico 2021/22.
2. Approccio di SISTEMA: si punta a soluzioni graduali e definitive, in cui c’è spazio per tutti coloro che vogliono costruire insieme. A tal proposito, il Ministro dell’Istruzione, in data 10.03.2021, ha firmato il decreto che definisce i criteri e i parametri per l’utilizzo dei 61.944.000 euro destinati all’ampliamento dell’offerta formativa, che saranno utilizzati dalle scuole anche per mettere in campo azioni mirate in risposta alle criticità determinate dalla pandemia, soprattutto nelle aree maggiormente disagiate del Paese.
Nello specifico, 40 milioni di euro saranno finalizzati al contrasto della dispersione scolastica, all’eliminazione dei divari territoriali, alla promozione dell’inclusione e delle pari opportunità delle studentesse e degli studenti. Quasi 22 milioni di euro saranno dedicati a progettazioni speciali e innovative, di carattere nazionale – anche in accordo con Enti qualificati – per favorire il successo formativo, la piena partecipazione alla vita scolastica di studenti e famiglie e il contrasto al bullismo, che è una delle conseguenze della deprivazione culturale, familiare e scolastica.
Sempre in questa linea difensiva della scuola pubblica tutta, il Ministro dell’Istruzione ha firmato il decreto che definisce i criteri e i parametri per l’assegnazione del contributo destinato alle scuole paritarie, che quest’anno ammonta a 513.734.589 euro. A queste risorse si aggiungono i 113,4 milioni destinati a favorire l’inclusione delle alunne e degli alunni con disabilità, per un’assegnazione totale di 627.134.589 euro.
E’ evidente che lo sguardo del Ministero è puntato sulla Scuola Pubblica tutta: impensabile tornare al baratro dell’ideologia.
Sono primi passi, ma segnano il ritmo e indicano la strada; sta alla Scuola, ora, di non sprecare una opportunità di salvezza assolutamente unica e irripetibile.