Obbligo vaccinale, polemica sul rientro al lavoro dei docenti non vaccinati. Tutti (o quasi) contro il governo: “Pagati per non far nulla”
Scontro politico sul rientro al lavoro dei docenti non vaccinati, i quali possono ora sì accedere agli istituti con il solo tampone, ma senza entrare a contatto con gli studenti.
Presidi, sindacati e alcuni partiti parlano di un “pasticcio”, che renderebbe la situazione difficilmente gestibile.
La potenziale platea è rilevante: secondo alcune cifre sarebbero oltre 3mila, per altri, invece, la quota sfiorerebbe i 10mila comprendendo anche gli Ata.
Un dato, però, è chiaro, almeno per il momento: dal 1° aprile, anche se l’obbligo vaccinale resta fino al 15 giugno, i docenti inadempienti, possono tornare a lavorare. Basta un tampone. Unica “limitazione”: non dovranno essere a contatto con gli studenti.
I presidi contrari
“È molto difficile, negli istituti, stabilire quali siano le mansioni non a contatto con i ragazzi”, osserva però il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli. “Gli stessi impiegati di segreteria e i bidelli entrano a contatto con gli alunni. C’è una volontà di normalizzare la situazione di chi non si è vaccinato: gli si paga lo stipendio per non lavorare, dando mansioni sostanzialmente inesistenti. Bel capolavoro”.
“Evidentemente si trascura il fatto che nelle scuole il 90% delle persone che le frequentano sono gli studenti e risulta impossibile individuare locali in cui non vi sia la loro presenza”, gli fa eco Mario Rusconi, presidente Associazione nazionale presidi Roma.
Politici all’attacco
Critiche anche dall’ex ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina: “Sono insegnanti ma non dovranno insegnare. Saranno dunque demansionati, per svolgere quali mansioni però non è chiaro. Andranno in biblioteca dove, comunque, saranno a contatto con altri docenti e studenti. Andranno in segreteria? A far cosa?”.
Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra italiana, chiede “un intervento deciso di palazzo Chigi” a fronte di una situazione che vede i prof non vaccinati “pagati non si sa bene per fare cosa ma, questo è sicuro, togliendo i fondi agli istituti”.
Sindacati critici
Anche i sindacati sono contrari. La Flc Cgil fa notare che i fondi necessari per pagare i supplenti dei no vax “vengono sottratti dal fondo di istituto: si prendono cioè alle scuole. E questo senza tener conto che tali risorse sono già state oggetto di programmazione didattica e di contrattazione, e dunque già impegnate per altre attività”.
Per la Cisl Scuola è “un provvedimento ambiguo e quasi impraticabile”, che “rischia di creare problemi e disparità di trattamento tra il personale che si è regolarmente sottoposto alla vaccinazione, in molti casi non a cuor leggero, e chi invece non lo ha fatto. Credo poi che occorra considerare con grande attenzione la situazione dei lavoratori fragili, per i quali non sono prorogate le norme di tutela, pur in un contesto di contagi che non calano, anzi tendono ad aumentare. Inaccettabile infine – conclude – che i 14milioni per pagare i supplenti del personale utilizzato in altri compiti siano sottratti alle risorse contrattuali destinate alla valorizzazione dei docenti”.
“Per tutte le attività produttive e sociali registriamo un liberi tutti, mentre per la scuola permane ancora l’obbligo vaccinale. Non si capisce se i docenti saranno pagati e ritorneranno a percepire stipendi abbondantemente espropriati. Inoltre non si capisce bene se torneranno a scuola ma non in classe. Per loro si prospetterebbe un’utilizzazione in mansioni diverse. Nulla si dice a proposito degli Ata, come per i lavoratori fragili, continuamente ignorati. Toccherà al Tavolo istituzionale discutere per dipanare il groviglio legislativo, senza ulteriori vessazioni ormai inutili e senza un minimo di regole di equità e contrattuali – spiega la Uil Scuola – Servono elaborazioni di merito che diano le giuste risposte e la serenità ai lavoratori della scuola ancora evidentemente discriminati rispetto agli altri. Come abbiamo ritenuto antieducativo per gli alunni la discriminazione tra vaccinati e non, analogamente riteniamo ingiusto che sia fatto per i lavoratori, visto che la sicurezza è garantita dal green pass ordinario. Del resto già i magistrati si sono espressi in senso favorevole ai lavoratori“.
Anief, invece, chiede un incontro urgente con il dirigente Filippo Serra per avere chiarimenti sulle modalità applicative al personale della scuola: “La decisione del Cdm è comunque tardiva e ora ci batteremo in tutti i modi per assicurare i risarcimenti a coloro che vorranno presentare ricorso con Anief , ma significa anche che tra il 5 e il 7 aprile il personale scolastico, universitario, Afam riammesso in servizio potrà anche votare alle elezioni Rsu e decidere con il voto da chi farsi rappresentare in questo triennio contrattuale 2022-2025. Sulla decisione del Governo siamo convinti che hanno pesato tantissimo le denunce al Tar dell’Anief per l’illegittimità dell’uso della certificazione “verde” anti Covid19, con conseguenti prese di posizioni dei giudici: come l’ultima, del Consiglio di giustizia amministrativa della Sicilia, che ha ritenuto incostituzionale l’obbligo vaccinale”.
DECRETO [PDF]
Tutti i riferimenti
Covid, ritornano le uscite didattiche e i viaggi d’istruzione. DECRETO RIAPERTURE [PDF]