Docenti non vaccinati, Bianchi: “Il rientro in classe sarebbe stato segnale diseducativo” [TESTO INTEGRALE]

Il Ministero dell’Istruzione, tramite il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, ha risposto all’interrogazione presentata da Italia Viva, tramite il deputato Gabriele Toccafondi, sull’obbligo vaccinale per i docenti e gli Ata.

Una presa di posizione molto forte del governo che definisce “diseducativa” la possibilità di riammettere in classe i docenti non vaccinati.

Ecco la risposta integrale del Ministero dell’Istruzione:

Signor Presidente, colleghi deputati, rispondo agli onorevoli interroganti sulla base degli elementi forniti dal Ministro dell’istruzione, impossibilitato a partecipare alla seduta odierna.

Il decreto-legge n. 172 del 2021, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 3 del 2021, ha esteso, a partire dal 15 dicembre 2021, l’obbligo di vaccinazione contro il COVID-19 anche al personale scolastico ed ha disposto che l’inadempimento dell’obbligo vaccinale avrebbe comportato, fino al 15 giugno 2022, per il personale interessato la sospensione dall’attività lavorativa e la mancata corresponsione della retribuzione e di altro compenso o emolumento, comunque denominati.

Lo scopo principale della misura era quello di incentivare il più possibile la campagna vaccinale in corso anche al costo di una conseguenza molto pesante per il personale che avesse scelto di non vaccinarsi. Con il miglioramento del quadro epidemiologico, testimoniato dall’uscita dallo stato di emergenza, il Governo ha valutato l’opportunità di rivedere le misure di contenimento e, soprattutto, le loro molteplici conseguenze. Con il recente decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24, il Consiglio dei ministri ha unanimemente deciso di mantenere, fino al 15 giugno 2022, l’obbligo vaccinale.

Nello stesso tempo, però, ha ritenuto di eliminare la sospensione dal servizio per coloro che non ottemperano l’obbligo, superando la severa implicazione di non riconoscere neppure il cosiddetto assegno alimentare. Peraltro, sottrarsi all’obbligo vaccinale per gli insegnanti ha una peculiare conseguenza: la vaccinazione costituisce un requisito essenziale per lo svolgimento delle attività didattiche a contatto con gli alunni.

Di qui l’utilizzazione del docente non vaccinato in attività di supporto alla istituzione scolastica, quali, a titolo esemplificativo, le attività anche a carattere collegiale, di programmazione, progettazione, ricerca, valutazione, documentazione, aggiornamento e formazione e la conseguente sostituzione, per l’attività didattica, con supplenti.

La motivazione di tale disposizione risiede nella speciale rilevanza che la figura del docente ricopre all’interno della comunità educante. La disposizione coniuga, infatti, due esigenze: quella di attenuare le conseguenze dell’inadempimento all’obbligo vaccinale senza deflettere, però, rispetto al principio di responsabilità del docente dinanzi agli alunni. Come correttamente osservato dall’interrogante, la violazione di un obbligo non può restare privo di conseguenze. Si tratta, dunque, di un messaggio forte e coerente che si è voluto dare ai nostri giovani.

Gli insegnanti inadempienti disattendono il patto sociale ed educativo su cui si fonda la comunità nella quale sono inseriti. Il puro e semplice rientro in classe avrebbe comportato un segnale altamente díseducativo. Per questo si è dovuto trovare un ragionevole equilibrio tra il diritto dei docenti non vaccinanti di sostentarsi e il loro dovere di non smettere mai di fornire il corretto esempio.

Tale decisione risponde, peraltro, anche all’esigenza di garantire il diritto alla salute agli alunni e alle alunne della classe non vaccinati e fragili e agli stessi docenti non vaccinati, nonché di meglio preservare la continuità didattica. In ultimo, relativamente alla copertura finanziaria delle sostituzioni dei docenti non vaccinati (quantificate in circa 3.800 unità), in questa prima fase, abbiamo dovuto utilizzare quota parte del fondo per la valorizzazione dei docenti. Vi è l’impegno dell’Esecutivo per reintegrare le risorse di tale fondo.

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