Nuovo Pei, con l’approccio ICF si cambia: trovare i facilitatori per gli studenti con disabilità. Evitare modelli a crocette. Meglio narrare il contesto
Cambia il paradigma, cambia il contesto con l’approccio bio-psico-sociale ICF. Ci deve essere una corresponsabilità educativa. Nel momento in cui individuiamo i contesti, dobbiamo far emergere le potenzialità del nostro alunno.
Lo ha spiegato Ernesto Ciracì, presidente del MiSoS ed esperto di inclusione scolastica, nel corso del suo intervento allo speciale di Orizzonte Scuola Tv dedicato al nuovo Pei.
In un contesto fisico, possiamo individuare le barriere. Con gli occhiali da vista ho una facilitazione, spiega il docente di sostegno facendo un esempio. Con l’apprendimento possiamo avere una difficoltà di udito da parte dello studente e allora troviamo un facilitatore, tipo la sintesi vocale.
Poi una raccomandazione: E’ logico che l’ICF utilizza dei codici -dice Ciracì – Ma noi dobbiamo usare l’approccio. Dunque, sarebbe meglio evitare i Pei a crocette. Cerchiamo invece di narrare quale contesto inclusivo utilizzare.
“Quindi le scuole possono dare una risposta, nonostante la sentenza del Tar e il comprensibile disorientamento“, conclude l’esperto di inclusione scolastica.
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