Nuovo concorso straordinario, il Pd difende la proposta. Piccoli Nardelli: “Non è una sanatoria ma un’ipotesi di reclutamento”
Il partito democratico, che per quanto riguarda il decreto sostegni bis ha “vinto” la sua partita per quanto riguarda gli emendamenti sulla scuola, precisa che il nuovo concorso straordinario proposto per i precari con 36 mesi di servizio, non è una sanatoria.
Lo si legge sul testo dei resoconti parlamentari relativi ai lavori per il decreto sostegni bis. A spiegare la parte della riforma relativa al reclutamento è la deputata Flavia Piccoli Nardelli: “è necessario investire nella formazione del personale docente, per allineare l’offerta educativa alla domanda delle nuove generazioni, quando ha dato all’istruzione quel ruolo che le è proprio, sottolineando la necessità di riaprire la scuola il 1° settembre, con tutti gli insegnanti in cattedra“.
La deputata ricorda che “accanto ai vari provvedimenti messi in atto dal Ministero dell’Istruzione, che può contare sui vincitori del concorso straordinario indetto dalla Ministra Azzolina e conclusosi in questi giorni, sugli insegnanti rimasti nelle GAE e nelle graduatorie di merito, sulle 4.000 cattedre STEM anticipate rispetto alle 42.000 previste a regime dal concorso ordinario, bandito, ma non ancora partito“, “il Partito Democratico – dice Piccoli Nardelli – ha proposto l’apertura di una procedura straordinaria per gli insegnanti con un’esperienza di almeno 36 mesi maturata nelle aule scolastiche, da verificare con una prova disciplinare in ingresso, che ne porti un numero certo – quello che rimane, una volta espletate tutte le altre procedure previste – ad un percorso di formazione, valutato alla sua conclusione, che consenta, se considerato idoneo, l’inserimento in ruolo al 1° settembre 2022“.
La dem ricorda come il Partito Democratico abbia “sostenuto la proposta dell’emendamento presentato dalla presidente Casa, a nome del MoVimento 5 Stelle, per l’inserimento con procedure semplificate degli insegnanti specializzati sul sostegno, nella consapevolezza della delicatezza e dell’importanza di queste figure”.
Piccoli Nardelli ha dunque precisato: “Procedure di reclutamento che si configurano come sanatorie? No, Presidente, visti le condizioni e i percorsi ipotizzati. Un concorso mascherato? No, nemmeno quello, ma un’ipotesi di reclutamento, che tiene insieme la necessaria formazione, peraltro già sperimentata in molti altri Paesi europei e frutto di approfondite riflessioni teoriche“.
“Non mi soffermo a spiegare perché il reclutamento senza formazione non garantisca adeguati livelli di qualità alla nostra scuola – prosegue la deputata -, che spiega come “questa procedura straordinaria serva in prospettiva, in vista di un sistema a regime, che è necessario programmare e su cui dobbiamo investire”, perché “è necessario superare questa fase del problema, risolvere il problema degli insegnanti, per concentrarci sugli alunni, per assicurare loro una didattica che superi la tradizionale lezione frontale, che integri la didattica a distanza, usandola nel senso più ampio delle possibilità che offre, che sani soprattutto lo iato che esiste tra il mondo della scuola e quello in cui i ragazzi vivono”.
In definitiva, “non possiamo permetterci – l’abbiamo detto – di arrivare impreparati all’inizio del nuovo anno scolastico. Dobbiamo affrontarlo con ampiezza di vedute, consapevoli dei problemi che possono presentarsi, forti di quanto abbiamo sperimentato e che ha funzionato”, conclude Flavia Piccoli Nardelli.
Nel frattempo ricordiamo che per quanto riguarda il decreto sostegni bis, sarà presentato un maxiemendamento su cui il Governo dovrà porre la fiducia.