Nuove modalità di supplenza ed emergenza Covid. Lettera

Inviato da Mara Pieroni – Nell’emergenza Covid ci sono incongruenze non da poco. Ad esempio la Call veloce, attraverso cui gli insegnanti per essere assunti, su base “volontaria”, si sposteranno in un’altra regione o provincia per essere assunti più rapidamente, andando ad occupare posti destinati alle supplenze.
Gli iscritti nelle graduatorie ad esaurimento potranno optare per un’altra regione, ma anche per una provincia diversa della stessa regione in cui sono in graduatoria.
Ad esempio, un iscritto in una delle graduatorie ad esaurimento di Catania, in Sicilia, potrà concorrere alla chiamata per un posto libero in altra provincia, o regione, forse in Lombardia. Oppure, se disponibile a cambiare regione, potrà scegliere una o più province di altra regione, magari Veneto. Non so se ho capito bene … ma se fino a poche settimane fa, per l’emergenza Covid, non ci si poteva spostare nemmeno fra un comune e l’altro, ora per lavorare gli insegnanti si sposteranno, su base volontaria, fra provincie e regioni diverse ? Per far circolare meglio il virus ? E chi ha avuto questa brillante idea? Qualcuno invidioso degli americani che sono primi in classifica per contaggi ?
Per le GPS un discorso molto più astruso, ma altrettanto pericoloso: se si rifiuta la chiamata da una scuola della provincia dove hai fatto domanda, magari perché a centinaia di chilometri da dove abiti, si viene depennati tutto l’anno dalla graduatoria, cioè non si può puoi lavorare per un anno. Se c’è l’emergenza Covid fino al 30 ottobre, sarebbe dovuto essere proposto l’esatto contrario, ossia “se accetti la chiamata di supplenza in una scuola nella stessa provincia dove hai fatto domanda che sta a centinaia di chilometri da dove abiti, sei depennato tutto l’anno dalla graduatoria” perché spostandoti potresti essere più a rischio di ammalarti, ma anche di contrarre il virus come asintomatico ed essere contagioso per gli altri docenti, studenti, genitori, nonni, bidelli, preside, tecnici di laboratorio.
Poi per sostituire docenti e itp eventualmente ammalati, o in quarantena in attesa del risultato del tampone, dovrebbero chiamare un altro docente supplente e ricominciare tutto da capo. Il virus sicuramente ringrazierebbe. Il risultato sarebbe lo stesso, perché l’insegnante non lavorerebbe, ma verrebbe pagato ugualmente perché in malattia. Solo che potrebbe contribuire a diffondere il virus. Non voglio dire che se i docenti lavorassero tutti non troppo lontano da casa si eviterebbe il riacutizzarsi dell’emergenza, ossia non voglio dire solo questo. Vorrei sottolineare che ciò sarebbe anche un toccasana contro l’inquinamento prodotto dai mezzi di trasporto pubblici e privati, per evitare allontanare le famiglie, per non far lievitare i prezzi dell’affitto degli immobili (perché ci sarebbe meno richiesta), per limitare il rialzo del prezzo dei carburanti…
Forse l’idea di riconfermare i supplenti dello scorso anno non sarebbe stata così malvagia, soprattutto per docenti che abitano nel comune della scuola o non così lontano. Allora si sarebbe potuto garantire con più onestà un rientro a scuola a settembre. Ancora meglio se questi supplenti fossero stati assunti a tempo indeterminato.