Nuove indicazioni nazionali, Valditara sicuro: servono modifiche. Un docente: “È davvero necessario complicare sempre la vita a docenti e alunni?”

Come sappiamo, fra le varie manovre a cui sta lavorando il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, c’è la revisione delle indicazioni nazionali della scuola del primo e secondo ciclo. Ma l’iniziativa non sembra accogliere molti consensi per il momento.
Sui social, un lettore si interroga proprio su questo tema: “Ma è proprio necessario rivedere la indicazioni nazionali? Sono ancora valide e perfettamente attuali. Perché complicare sempre la vita a docenti e alunni?”
Si tratta di una posizione non certo unica ma anzi, piuttosto diffusa.
Il progetto di Valditara
Eppure, secondo il Ministro Valditara la modifica va fatta: “Arte e musica possono avere sempre più spazio nei nostri programmi scolastici, per questo ho chiesto ad un gruppo di pedagogisti di riflettere sulle nuove indicazioni nazionali. Credo che sin dalle scuole Primarie dovremmo dare uno spazio importante a queste materie”.
Nel corso di una interrogazione in Commissione Cultura alla Camera, la sottosegretaria Paola Frassinetti ha detto: “I lavori della commissione saranno aperti e partecipativi, coinvolgendo tutte le componenti del sistema scolastico, in particolare associazioni professionali, consulte degli studenti, società scientifiche e sindacati. Saranno inoltre costituite sottocommissioni di esperti disciplinari e docenti, rappresentative di tutte le sensibilità presenti nel mondo della scuola”.
Le posizioni critiche
Nonostante ciò, la posizione espressa dal lettore è simile a quella fornita da politici, sindacati e addetti ai lavori.
Proprio nei giorni scorsi, la Fondazione Agnelli ha sollevato perplessità in merito al progetto del Ministro. In particolare la Fondazione guidata da Andrea Gavosto, ha posto dubbi sull’urgenza di tale revisione, considerando che le attuali Indicazioni, aggiornate nel 2018, sono ancora ampiamente apprezzate e considerate un valido riferimento dal mondo della scuola.
Inoltre, la Fondazione Agnelli si interroga sulla necessità di intervenire in modo così radicale su un testo che ha dimostrato la sua validità, soprattutto alla luce di recenti documenti ministeriali, come le Linee Guida sull’insegnamento delle STEM, che si basano proprio sulle Indicazioni del 2012.
Altra nota dolente, viene evidenziata l’assenza di un documento di discussione preliminare da parte della Commissione, che ha reso difficile fornire risposte puntuali alle domande poste durante l’audizione avvenuta pochi giorni fa.
Audizione che ha avuto luogo anche per le organizzazioni sindacali e che ha messo in risalto gli stessi dubbi esposti sia dalla Fondazione Agnelli che dal docente riportato in apertura, ovvero l’assenza di una reale condivisione e una incomprensibile scelta di tempo per apportare modifiche ad un documento che si dimostra ancora valido.
Le attuali indicazioni nazionali scuola
Ricordiamo, infatti, che le attuali indicazioni nazionali, valide dal 2012, sono state elaborate sotto la guida del Ministro Francesco Profumo e vide fra gli esperti che collaborano alla redazione personaggi del calibro di Giancarlo Cerini ed Eraldo Affinati.
La squadra di esperti era guidata allora da Mauro Ceruti e Italo Fiorin, rispettivamente Presidente e Coordinatore della Commissione incaricata.
La nuova squadra di esperti per la revisione
Per la revisione delle indicazioni, Giuseppe Valditara ha affidato il coordinamento scientifico della Commissione a Loredana Perla, ordinario di Didattica e Pedagogia speciale all’Università di Bari, coautrice dell’ultimo libro di Ernesto Galli della Loggia “Insegnare l’Italia, una proposta per la scuola dell’obbligo”.
Ad affiancare Perla Francesco Emmanuele Magni, consulente del ministro, Laura Sara Agrati pedagogista dell’Università telematica Pegaso, Paolo Calidoni, ex professore a Parma, Giuseppe Cappuccio, ordinario di Pedagogia sperimentale a Palermo, Massimiliano Costa, ordinario di Pedagogia Sperimentale a Ca’ Foscari, Evelina Scaglia, associato di Pedagogia a Bergamo, Alessia Scarnisci, ordinario di Pedagogia dell’Universitas Mercatorum, Viviana Vinci dell’università di Foggia.