Nuove indicazioni nazionali: Latino alle medie, più Storia e Geografia, Musica e Arte. Alla Primaria lettura classici e Bibbia e ritorno della memorizzazione

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Il Ministero dell’Istruzione, sotto la guida del ministro Giuseppe Valditara, si appresta a introdurre le Nuove Indicazioni Nazionali per la scuola, che entreranno in vigore nell’anno scolastico 2026-27. Le proposte, elaborate da una Commissione appositamente istituita, puntano a una revisione significativa dei programmi scolastici, con un focus rinnovato sulle materie umanistiche e un’attenzione particolare alla storia e alla letteratura italiana.

Le principali novità

Già a giugno di quest’anno, il Ministro ha fornito anticipazioni su quelle che era la linea che la Commissione avrebbe perseguito nella rielaborazione delle indicazioni nazionali. Tra le proposte, spicca l’introduzione del latino come opzione a partire dalla seconda media, un intervento che mira a recuperare l’interesse per la cultura classica già nei primi anni del percorso scolastico. Altre modifiche riguardano:

  • L’abolizione della geostoria alle superiori, sostituita da uno studio della storia più focalizzato e narrativo. Lo scopo della Geografia sarà la conoscenza dell’Italia e il collegamento con le tematiche ambientali;
  • La centralità della storia d’Italia e dell’Occidente, con approfondimenti sui popoli italici, la civiltà greca e romana e i primi secoli del Cristianesimo.  Alle medie storia europea e degli Stati Uniti per mettere bene in risalto le nostre origini;
  • L’educazione musicale e artistica sin dalla scuola primaria, per favorire lo sviluppo della creatività e dell’espressione personale.

L’importanza dello studio della lingua

Nella scuola primaria, l’obiettivo principale sarà quello di avvicinare gli studenti al piacere della lettura e di aiutarli a sviluppare solide competenze di scrittura con il rafforzamento della competenza linguistica, con un’enfasi sulla correttezza formale, l’ordine e la chiarezza nella comunicazione. Lo studio della grammatica, ha detto il Ministro, non rappresenta solo una competenza tecnica, ma anche uno strumento per coltivare l’autocontrollo e il rispetto verso gli altri.

Valditara ha anche sottolineato che il percorso inizierà con la lettura e l’analisi di testi in prosa e poesia. Particolare importanza sarà attribuita alla memorizzazione di poesie, cominciando con composizioni semplici come filastrocche e scioglilingua, per poi introdurre gradualmente elementi di epica classica, mitologia e saghe nordiche. Tra le letture, oltre ai classici, viene citata anche la Bibbia, per rafforzare la conoscenza delle radici. Secondo il Ministro, l’esercizio della memoria non solo stimola la fantasia e il senso di meraviglia nei bambini, ma contribuisce anche al consolidamento delle regole grammaticali.

Esclusione delle materie scientifiche

La revisione, come precisato dal sottosegretario all’Istruzione e al Merito, Paola Frassinetti, nei mesi scorsi, non coinvolgerà le materie scientifiche, per le quali sono già state definite linee guida specifiche a ottobre scorso. Ciò delimita il campo d’azione della riforma, che si concentra sulle materie umanistiche e artistiche.

Una revisione partecipativa

La riforma delle Indicazioni Nazionali sarà caratterizzata da un approccio partecipativo e inclusivo dei lavori della Commissione. Sono previste, infatti, audizioni con associazioni professionali, consulte studentesche, società scientifiche e sindacati, oltre alla creazione di sottocommissioni di esperti e docenti. Plauso da Valentina Aprea, responsabile nazionale del dipartimento istruzione di Forza Italia, che ha espresso soddisfazione per le proposte avanzate dalla Commissione Valditara sulle nuove Indicazioni per le competenze umanistiche del primo ciclo e accolto con grande favore l’apertura al dibattito.

“La riforma della scuola pensata dal Ministro Valditara e accolta con favore dal Consiglio dei Ministri rappresenta un punto di svolta tanto atteso. Finalmente la scuola italiana torna al suo ruolo primario di magistero culturale e sociale”, afferma Ella Bucalo, senatrice di Fratelli d’Italia, membro della commissione cultura e istruzione del Senato e vice responsabile del dipartimento istruzione del partito.

“I nuovi programmi per la scuola italiana annunciati oggi dal Ministro Valditara ovviamente non piacciono al Pd e alla Schlein che parla di deriva autoritaria. Grazie alla Lega c’è sicuramente un ritorno alla autorevolezza della scuola, dove chi si comporta male viene sanzionato e chi non studia è bocciato. L’unica deriva è quella progressista che ha rovinato pedagogia e scuola negli ultimi 40 anni dove chi non studia, occupa e spacca tutto a scuola viene tutelato e protetto”, così il deputato della Lega Rossano Sasso, capogruppo in commissione Cultura, Scienza e Istruzione.

Positiva, condivisibile e doverosa. Così Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, commenta all’Adnkronos la revisione proposta. “Vorrei precisare che si tratta di indicazioni nazionali, – spiega Giannelli – dato che i programmi scolastici in Italia non esistono da decenni e alle scuole si inviano ‘indicazioni nazionali’, necessariamente generiche, e poi saranno le stesse scuole a organizzarsi ognuna a modo proprio”.

“La volontà di rivedere i contenuti oggetto di studio, in particolare lo studio della lingua latina alla Secondaria di primo grado, un maggiore approfondimento della storia italiana e la sottolineatura dell’importanza dello studio a memoria delle poesie, pare essere una proposta superata, quasi un vagheggiamento del passato. Non sono affatto d’accordo con questa interpretazione. Tinkering, making, coding, inquiry based learning sono termini che oggi sono usatissimi e alludono a metodologie didattiche innovative che godono di ampio successo nel mondo della scuola”. Così all’Adnkronos Suor Anna Monia Alfieri.

Secondo Suor Anna Monia Alfieri “occorre, infatti, non dimenticare che il fine della scuola è formare cittadini che, attraverso la cultura appresa, in qualsiasi campo del sapere, siano in grado di agire responsabilmente all’interno della società. Spesso nella scuola si rischia di dare più importanza al metodo che al contenuto, alla competenza piuttosto che alla conoscenza. Questo è altamente rischioso si crea, come si è creata, una ignoranza diffusa su contenuti cardine della nostra storia, della nostra letteratura, del sapere in generale. Lo studio della lingua latina consente una riflessione linguistica sulle strutture delle lingue moderne, un esercizio mentale di riflessione nella traduzione, una conoscenza di un mondo che è all’origine della nostra cultura e che può diventare uno dei settori trainanti della nostra economia”.

Critiche da Elisabetta Piccolotti, deputata di Alleanza Verdi Sinistra: “Invece di cercare risorse per migliorare le attività educative, ridurre il numero di alunni per classe e alzare gli stipendi degli insegnanti, preferisce lanciare annunci in libertà che servono solo a distogliere l’attenzione dai suoi fallimenti

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