Nuove indicazioni nazionali, gli storici protestano: “Nella Commissione di Valditara manca chi insegna le discipline”

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Quella relativa alla revisione delle nuove indicazioni nazionali della scuola è una questione molto importante che coinvolge man mano tutti i protagonisti del settore. La nuova commissione prevista dal Ministro Valditara, non raccoglie i consensi di tutti.

Fra le critiche sulla composizione della commissione che dovrà revisionare le indicazioni nazionali della scuola del primo e secondo ciclo c’è quella delle società e le associazioni dei docenti di storia.

Constatiamo con sorpresa e rammarico che la commissione è composta solo ed esclusivamente da pedagogisti e pedagogiste, senza neppure la partecipazione di un solo membro riconducibile all’insegnamento della storia e di altre discipline insegnate”, si legge su La Repubblica.

La Commissione che revisionerà le indicazioni nazionali

Come spiegato in precedenza, il coordinamento scientifico della Commissione di revisione sarà stato affidato a Loredana Perla, ordinario di Didattica e Pedagogia speciale all’Università di Bari, coautrice dell’ultimo libro di Ernesto Galli della Loggia “Insegnare l’Italia, una proposta per la scuola dell’obbligo”.

Ad affiancare Perla ci saranno Francesco Emmanuele Magni, consulente del ministro, Laura Sara Agrati pedagogista dell’Università telematica Pegaso, Paolo Calidoni, ex professore a Parma, Giuseppe Cappuccio, ordinario di Pedagogia sperimentale a Palermo, Massimiliano Costa, ordinario di Pedagogia Sperimentale a Ca’ Foscari, Evelina Scaglia, associato di Pedagogia a Bergamo, Alessia Scarnisci, ordinario di Pedagogia dell’Universitas Mercatorum, Viviana Vinci dell’università di Foggia.

Coinvolgere gli insegnanti

Siamo convinti che ogni disciplina abbia un metodo di insegnamento specifico e non esista dunque un metodo di insegnamento universale applicabile a ogni materia – scrivono i professori di Storia, 11 sigle in totale – Auspichiamo pertanto che questa distorsione possa essere corretta”.

Gli storici ricordano anche che “dallo scorso autunno il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha annunciato in più occasioni l’intenzione di rivedere i programmi scolastici sviluppando quel pensiero critico con cui affrontare la complessità del nostro tempo, in un mondo in continuo cambiamento. A tale fine il ministro ha sostenuto a suo tempo la centralità che in questo disegno dovrebbe ricoprire lo studio della storia e della geografia”.

Valditara rassicura: sarà coinvolto il mondo della scuola

Nei giorni scorsi, Valditara, in risposta alle prime critiche ricevute per l’intervento sulle indicazioni nazionali, ha detto: “Non appena il decreto di nomina della Commissione di studio sarà registrato, sarà avviata una consultazione ampia del mondo della scuola”.

Il numero uno del dicastero di Viale Trastevere ha inoltre espresso perplessità riguardo al sovraccarico di nozioni presenti nel sistema scolastico“In terza elementare si va a narrare e a spiegare tutte le specie di dinosauri. Addirittura c’era un animale vissuto 40 milioni di anni fa e questi bambini devono studiare e imparare questo animale vissuto in Messico ed estinto da milioni di anni. Tutto questo, ma a che serve?”, ponendo dunque la necessità di una semplificazione dei programmi, non per semplicismo, ma per privilegiare la qualità sulla quantità.

Cosa pensano gli ex Ministri

Sulle modifiche alle indicazioni nazionali, si sono espressi alcuni ex Ministri dell’Istruzione, a partire dal predecessore, Patrizio Bianchi: “Se il ministro torna alla definizione dei programmi viene meno il principio di autonomia. A questo punto questo Governo ci dica da che parte vuole andare, se verso una centralizzazione o verso la de-centralizzazione.”

Dello stesso avviso, Valeria Fedeli: “Mi sembra che vi sia l’intenzione di mettere mano all’autonomia delle scuole e alla libertà d’insegnamento che è sacrosanta.”

Secondo Francesco Profumo“avere dei programmi rigidi, figli di una storia precedente, non serve. Il docente del passato che aveva come riferimento il libro di testo oggi dev’ essere un ricercatore in grado di stimolare gli studenti.”

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