Nuove Indicazioni Nazionali, Galli della Loggia: “L’ossessione per il presente ha danneggiato la pedagogia. Studiare storia significa immergersi nel passato, non limitarsi a frammenti superficiali”

“Abbiamo puntato su chiarezza e semplificazione”, afferma Ernesto Galli della Loggia, coordinatore della commissione per le Indicazioni nazionali sulla storia, in un’intervista al Riformista.
Il lavoro della commissione si è concentrato sul miglioramento dell’insegnamento della storia nelle scuole primarie e secondarie di primo grado, con l’obiettivo di rendere gli argomenti più accessibili e approfonditi per gli studenti. “Le precedenti indicazioni erano spesso ridondanti e astruse. Ora abbiamo un linguaggio essenziale, pur rispettando l’autonomia didattica dei docenti”, spiega Galli della Loggia. Tra le novità, una maggiore attenzione alla storia italiana, al suo legame con il mondo greco-latino e al contesto europeo. “L’Italia romana, con la sua struttura urbanistica e agricola, ha profondamente influenzato il nostro localismo e la difficoltà di costruire uno Stato unitario”, osserva il professore.
No a una scuola “passatista”, sì alla narrazione storica
Alle critiche di chi vede in queste modifiche un ritorno a una scuola passatista e identitaria, Galli della Loggia risponde: “L’ossessione per il presente ha danneggiato la pedagogia. Studiare storia significa immergersi nel passato, non limitarsi a frammenti superficiali”. Riguardo alle narrazioni globali, il professore precisa: “Meglio approfondire la nostra storia e quella delle aree con cui abbiamo avuto rapporti profondi, piuttosto che nozioni superficiali su Cina o India”. Galli della Loggia sottolinea l’importanza della narrazione nell’insegnamento della storia: “Richiede padronanza dei termini e capacità di collegare cause ed effetti, competenze spesso assenti nei giovani. L’abuso di strumenti audiovisivi non è produttivo”.
Le principali novità
Le “Nuove Indicazioni Nazionali”, frutto del lavoro di una Commissione ministeriale, prevedono un ridimensionamento della Geostoria a favore di un approfondimento della storia italiana, con particolare attenzione alle origini, all’antica Grecia e Roma, ai primi secoli del Cristianesimo e ai popoli italici. Tra le novità più significative, la reintroduzione facoltativa del Latino a partire dalla seconda media e un maggiore spazio dedicato a letteratura, poesia ed educazione musicale. “Abbiamo disegnato il cammino di bambini e adolescenti dai 3 ai 14 anni”, ha spiegato Valditara.
L’obiettivo principale della riforma è potenziare le competenze linguistiche degli studenti, a partire dalla scrittura, “l’abilità più in crisi”, secondo il Ministro. Già dalla prima elementare, l’insegnamento della letteratura sarà adattato all’età degli allievi per incentivare il piacere della lettura e migliorare la scrittura. “L’idea è di sviluppare la storia come una grande narrazione, senza sovrastrutture ideologiche”, aggiunge Valditara, sottolineando l’importanza di una narrazione storica incentrata sull’Italia, l’Europa e l’Occidente.
La storia, nelle parole del Ministro, diventerà “la scienza degli uomini del tempo”, rivendicando una maggiore centralità per la storia nazionale. La riforma punta a valorizzare le radici culturali italiane, offrendo agli studenti una prospettiva storica che metta in luce le vicende e le trasformazioni della penisola italiana dalle origini fino ai giorni nostri.