Nuove indicazioni nazionali, critiche dalle associazioni: “Documento non condiviso, scuola riportata a un passato che non esiste”. INTERVISTA

Alla Camera dei Deputati si è svolta oggi, 17 aprile, una conferenza stampa che ha visto protagonisti rappresentanti di associazioni, sindacati e realtà del mondo dell’educazione, della scuola e della ricerca.
L’obiettivo: ribadire il “no” alle nuove indicazioni nazionali per la scuola primaria presentate in bozza l’11 marzo scorso. Monica Fontana, rappresentante di Proteo Fare Sapere, ha sottolineato come il dibattito sia stato “poco democratico” e privo di un reale coinvolgimento della comunità scolastica. Fontana ha criticato l’impostazione culturale della bozza, accusata di guardare a una scuola “del passato, anzi a un passato mitico che probabilmente non è mai esistito”, e di ridurre la professionalità docente a un ruolo meramente trasmissivo. La rappresentante ha evidenziato la mancanza di pluralità nella Commissione Perla e la rottura con la tradizione democratica delle indicazioni nazionali del 2012, ancora oggi vigenti e considerate fondamentali per affrontare la complessità della società contemporanea.
Le voci delle associazioni: “Un documento che non piace alla scuola e al Paese”
Beppe Bagni, rappresentante del Cidi, ha rimarcato come le nuove indicazioni non siano apprezzate né dal mondo della scuola né, a suo avviso, dal Paese. Bagni ha criticato il ritorno a una visione didattica che vede lo studente come soggetto passivo, sottolineando invece l’importanza della crescita collettiva e della valorizzazione delle diversità in classe. “L’inclusione viene dichiarata, ma poi si fanno scelte che escludono”, ha affermato, riferendosi in particolare a una prospettiva occidentocentrica della storia che rischia di marginalizzare gli alunni di origine diversa. Bagni ha inoltre evidenziato la grande partecipazione al documento di rifiuto, frutto di numerosi contributi, e la necessità di coinvolgere anche famiglie, enti locali e terzo settore in una battaglia che riguarda l’intera società.
Criticità e mobilitazione: “Serve una scuola aperta, non prescrittiva”
Anna D’Auria, rappresentante del Movimento Cooperazione Educativa, ha ribadito il rifiuto delle indicazioni nazionali 2025 da parte di 18 associazioni del mondo della scuola, della società civile e dell’università. Nel documento congiunto, le associazioni denunciano una frattura rispetto al paradigma delle indicazioni 2012, in particolare per la perdita della centralità della complessità e della progettazione didattica libera e aperta. Le nuove indicazioni vengono accusate di proporre percorsi chiusi e lineari, con una visione identitaria e occidentocentrica della storia, giudicata pericolosa per la formazione delle nuove generazioni.
Le associazioni annunciano una mobilitazione per difendere una scuola democratica, capace di rispondere alle sfide educative della contemporaneità e di sostenere la professionalità docente, anche in relazione alla revisione dei libri di testo annunciata dal ministro Valditara.